AGI - I pullman arrivano una manciata di minuti prima del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e della commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson. A bordo 63 migranti su due mezzi della Croce rossa italiana. Scoccano le 10 quando superano i cancelli dell'hotspot di contrada Imbriacola.
Stanchi e sollevati, i nuovi sbarcati sorridono ai giornalisti da dietro i vetri. Un quarto d'ora dopo eccoli: l'uomo del Viminale e la donna della squadra di von der Leyen nella struttura gestita dal primo giugno dalla Cri dove si trovano oltre 500 ospiti, ma fino a due giorni prima sei volte di più.
Piantedosi si dice certo del "supporto concreto dell'Unione europea". L'esponente spicco della socialdemocrazia svedese conferma: "Questa non è solo una sfida italiana, ma una sfida europea. Non siete soli".
E ancora: "Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nel Consiglio Giustizia e Affari interni, abbiamo raggiunto una maggioranza solida. È un grande successo che ci siano solo due Paesi schierati contro ciò che era stato proposto, e questo in fondo è normale".
Il dato essenziale, per la commissaria, è che "la maggioranza abbia approvato questa legislazione che deve essere seguita da tutti. È previsto che ci siano i ricollocamenti, che non sono obbligatori, è vero, ma è obbligatoria la solidarietà: bisogna essere lì quando un Paese è sotto stress. Un grande risultato quello della solidarietà obbligatoria che dà alla Commissione uno strumento nuovo: se qualche Paese non si adopera nel ricollocamento deve pagare quelli che si mettono a disposizione. Si tratta di processi lenti, ma sicuri".
Per il ministro "stiamo costruendo una gestione più ordinata di questo fenomeno che mette insieme aspetti umanitari e securitari come il traffico di essere umani. Combattere i traffici di esseri umani è il nostro primo obiettivo, è un obiettivo anche dell'Europa".
I rimpatri e il ruolo dell'isola
L'altra priorità è accelerare sui rimpatri, anche per alleggerire il peso della ridistribuzione nelle regioni. E in questo contesto quale sarà il ruolo di Lampedusa? Potrebbe essere sede di un centro di trattenimento, sempre pronto a essere attivato?
Piantedosi non lo esclude: "Questo è un luogo di primo approdo, ma stiamo ragionando: adesso è strutturato come hotspot, con tutto quello che ne consegue, vedremo in futuro se potrà essere altro. Di certo la funzione di hotspot è ineliminabile... vediamo, ma tendenzialmente avrà questa vocazione di primo approdo da alleggerire in tempi sempre piu' brevi, con trasferimenti tempestivi in altri luoghi".
Molto importanti per la commissaria europea sono le relazioni con la Tunisia ed è stata di grandissima importanza la visita che la presidente del Consiglio Meloni, insieme alla presidente von der Leyen e al primo ministro olandese, ha fatto in Tunisia, lavorando per raggiungere un memorandum di intesa che renda più possibile la collaborazione e più vicino il traguardo che abbiamo fissato. Non si può andare avanti senza collaborare con i Paesi d'origine e di transito".