AGI - A vederlo ridotto così, fatiscente e in stato di totale abbandono, nessuno penserebbe mai che ha ospitato le partite di Roma e Lazio (oltre che della Lodigiani, per un periodo terza società professionistica calcistica della Capitale), che ha fatto da scenario al torneo del Sei Nazioni di rugby (almeno fino al 2011), che è stato utilizzato anche per gli incontri della squadra di football americano dei Marines Lazio.
Così come nessuno arriverebbe a immaginare che in questo impianto, adesso divorato dal tempo e dalle intemperie, si sono esibiti artisti di livello come gli U2, i Duran Duran, Prince, David Bowie e (per ben due volte) Michael Jackson, senza dimenticare Vasco Rossi, tanto per citare una star della musica di casa nostra.
Insomma fa davvero male al cuore vedere in che stato si trova lo stadio Flaminio, un gioiellino architettonico progettato da Antonio Nervi e realizzato con la collaborazione ingegneristico-strutturale di suo padre Pier Luigi tra il 1957 e il 1958.
Inaugurato nel 1959
Fu inaugurato il 19 marzo 1959 e prese il posto dello stadio Nazionale che era stato dedicato alla squadra del Grande Torino, scomparsa nel disastro di Superga. L'impianto originario, su cui ancora oggi campeggia la targa in ricordo della tragedia del 4 maggio del 1949, era chiamato stadio Torino anche perché su quel terreno di gioco Mazzola e compagni diedero quasi sempre spettacolo.
Oggi a toccare con mano lo stato di salute di questo impianto è stata la Commissione capitolina Sport che ha effettuato un sopralluogo assieme ai rappresentanti del Municipio II, all'assessore comunale al Turismo, ai Grandi Eventi e allo Sport Alessandro Onorato.
Proprio quest'ultimo ha fatto il punto della situazione: "Allo stato abbiamo una proposta da parte di Cassa Depositi e Prestiti e Credito Sportivo anche se ad oggi non abbiamo ancora visto alcun progetto. C'è comunque un dialogo molto avanzato per un'idea di valorizzazione dell'area. In giro non vedo tutti questi benefattori e quindi, se questo dialogo non dovesse portare a nulla, ritengo che per recuperare questa struttura serva un intervento del governo".
"Entro quest'anno - ha assicurato l'assessore - capiremo se qualcuno ha davvero un interesse o no. Se non c'è, ci presenteremo dalla premier Meloni e dal ministro dello Sport, anche loro romani, e chiederemo un contributo".
70 milioni per ristrutturarlo
"Se dovessimo ristrutturare lo stadio così com'è servirebbe una cifra intorno ai 70 milioni di euro, se poi vogliamo ampliare la capienza dei posti, garantire la copertura (trovo scandalosi gli stadi che hanno coperte solo le tribune) è chiaro che dovremmo parlare di un'altra somma - ha precisato ancora Onorato - dice il falso chi sostiene che i vincoli dell'impianto, sportivi prima e monumentali poi, rappresentino un ostacolo alla ristrutturazione dello stadio. Servono i soldi e un progetto fatto bene, perché la legge già c'è".
A quanto pare, è definitivamente archiviato l'interesse della Ss Lazio per il Flaminio: "Lo scorso agosto il presidente Claudio Lotito ha fatto un accesso gli atti e nel giro di pochissimi giorni ha ottenuto tutti i documenti relativi a questa struttura per capire la fattibilita' di una proposta di partenariato pubblico-privato. Da allora questa amministrazione non ha più saputo niente. Per quanto riguarda lo stadio della Roma, invece, le cose procedono in maniera molto spedita".
La ristrutturazione del Flaminio, comunque, è una lotta contro il tempo, perchè l'impianto è stato inserito nel dossier degli Europei del 2032 da utilizzare eventualmente per gli allenamenti delle squadre nazionali. "Al momento - ha spiegato Onorato - tra guardiani e manutenzione ordinaria questo stadio come altre strutture chiuse che questa amministrazione si è trovata a ereditare, spendiamo 1,1 milione di euro l'anno. Credo sia giunta l'ora di affrontare seriamente la questione. Ne ho parlato tantissime volte con il ministro dello Sport e ritengo sia opportuno intervenire senza attendere il primo crollo".
"La situazione attuale dello stadio Flaminio - ha puntualizzato Onorato - è un pugno al cuore ed è nata con la giunta Alemanno. Ma noi non vogliamo lasciare le cose come stanno. Quando siamo arrivati abbiamo trovato una conferenza dei servizi in corso su una proposta di partenariato pubblico-privato che non è mai arrivata all'attenzione della giunta, e che ha invece ricevuto un parere molto negativo da parte della Sovrintendenza. Noi non siamo mai arrivati a giudicare quel progetto proposto dalla Roma Nuoto. Poi è arrivato Lotito ma anche qui non abbiamo più saputo nulla".
Parlando, poi, del contenzioso da 4 milioni di euro legato alla decisione dell'ex Coni Servizi, diversi anni fa, di spostare il rugby allo stadio Olimpico lasciando in anticipo il Flaminio, l'assessore ha precisato: "Con l'attuale Sport e Salute c'è un ottimo rapporto. Si, c'è un contenzioso sul Flaminio partito prima di noi e so che Sport e Salute ha fatto ricorso. Ma mi auguro che si possa trovare un punto comune con Roma Capitale".
Una battuta, infine, sui vari contenziosi che coinvolgono l'amministrazione comunale per i lavori di recupero del Palazzetto dello Sport, a due passi dallo stadio Flaminio: "Ci sono due ditte che stanno lavorando in parallelo per completare le opere non previste. Ad ottobre, settimana più settimana meno, si apre. Con mille difficoltà stiamo integrando le cose che mancano. Questa è una bella storia. La vecchia ditta ci aveva chiesto un milione in più. E io, come sapete, sono subito andato a fare un esposto alla Corte dei Conti. Ora c'e' un ctu nominato dal tribunale che sta facendo le sue valutazioni. Ma non ci sono stati grandi rallentamenti per questo. Al massimo si è un po' rallentato qualche giorno nel mese di giugno. Ma ad ottobre le federazioni di pallacanestro e pallavolo avranno pronto il palazzetto, a costo che debba andare io personalmente a finire di pitturare".