AGI - I pm di Roma contestano l'omicidio colposo al padre della bimba di 14 mesi trovata morta nella sua auto mercoledì scorso a Roma. L'accusa è legata al fatto che il seggiolino presente nell'auto non era munito del dispositivo antiabbandono che è diventato obbligatorio in Italia da alcuni anni per i bambini al di sotto dei 4 anni di età.
I magistrati, che coordinano le indagini dei carabinieri, hanno disposto l'autopsia sul corpo della piccola, ma secondo una primissima ipotesi il decesso potrebbe essere legato al collasso causato dalle alte temperature all'interno dell'abitacolo.
Secondo quanto si apprende, inoltre, l'auto era munita di vetri oscurati e per questo, forse, nessuno ha notato per ore la presenza della bimba all'interno dell'auto. Il padre nel corso dell'interrogatorio ha ricostruito quanto avvenuto affermando che era convinto di avere accompagnato la piccola all'asilo nido, che dista pochi metri dal suo ufficio. Una routine quotidiana modificata forse solo dal fatto di non avere messo il borsone che portava con sé, come faceva tutti i giorni accanto alla figlia, ma di averlo lasciato sul sedile accanto a quello di guida. Ciò lo avrebbe, quindi, portato a non aprire lo sportello posteriore dell'auto.
"Non cosa sia accaduto, ero convinto di avere lasciato mia figlia all'asilo" avrebbe affermato, nell'interrogatorio davanti ai pm di Roma, il padre della piccola di 14 mesi trovata morta ieri all'interno dell'autovettura di famiglia posteggiata alla Cecchignola.
L'uomo, 45 anni carabiniere, è indagato, come atto dovuto, per "abbandono di minori".