AGI - Rapina aggravata dal travisamento anche se quel travisamento era in quel momento obbligatorio per legge perché consisteva in una mascherina anti Covid. Lo ha stabilito la Cassazione confermando la sentenza della Corte d'Appello di Lecce che aveva condannato a sei mesi di reclusione l'uomo, tossicodipendente, per rapina aggravata e porto d'arma. Il suo legale aveva sottoposto agli ermellini un vizio di motivazione proprio in relazione all'aggravante della mascherina chirurgica anti covid.
Secondo la tesi della difesa, "la circostanza che la mascherina fosse obbligatoria all'epoca (novembre 2021) suggerisce che lo scopo del non era quello di travisarsi bensì semplicemente quello di non attirare l'attenzione generale, in un periodo in cui transitare in un luogo chiuso col volto scoperto sarebbe risultato inusuale e avrebbe suscitato l'attenzione delle persone circostanti".
A supporto della tesi, la difesa porta il fatto che il ricorrente avesse sul collo vistosi tatuaggi che lo avrebbero reso comunque riconoscibile. Nella sentenza, diffusa dallo Studio Cataldi e letta dall'AGI, i giudici della Suprema Corte pero' replicano che "la parziale copertura del volto mediante la mascherina è funzionale al compimento dell'azione delittuosa, rendendo difficoltoso il riconoscimento del responsabile".