AGI - La dichiarazione sul suo consumo personale di cannabis fatta ieri dal cantante Ultimo in un'intervista al 'Corriere della sera', "trasmette un messaggio sbagliato ai ragazzi" secondo Antonio Pignataro, dirigente generale della polizia di Stato e consulente del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Ultimo, aggiunge Pignataro, "avrebbe il dovere morale di documentarsi in merito ai danni provocati dalla cannabis e, soprattutto, comprendere che questi messaggi sono estremamente pericolosi se trasmessi da un personaggio come lui che arriva al cuore di milioni di ragazzi e che, per tale motivo, deve lanciare messaggi costruttivi e positivi, come le sue canzoni, per poter contribuire alla loro crescita in maniera sana e costruttiva".
Inoltre, "Ultimo, che proviene da una realtà di periferia, da una realtà difficile come San Basilio, una delle piazze di spaccio della Capitale, ha la consapevolezza della fragilità dei ragazzi e, d'altra parte, della sua capacità di influire potentemente sulla loro psiche", osserva ancora Pignataro, che da questore di Macerata in passato aveva intrapreso un'energica azione contro la cannabis, compresa quella 'light', dando tra l'altro spunto alla sentenza delle sezioni unite penali della Corte di Cassazione che ha ritenuto illegale la canapa indiana a prescindere dal contenuto di principio attivo.
Il cantante ha dunque, conclude Pignataro, "la grande responsabilità di non lanciare ai suoi fans messaggi pericolosi o fuorvianti ma, al contrario, di trasmettere quegli input che possano migliorare la qualità della loro vita per non farli cadere nel tunnel della droga".