AGI - I primi tre mesi e mezzo del 2023 confermano la tendenza all'aumento degli sbarchi di migranti degli ultimi anni: al 17 aprile scorso oltre 34 mila persone hanno raggiunto le nostre coste via mare, quasi il 300% in più rispetto al primo trimestre dell'anno precedente.
A renderlo noto è un'analisi della Fondazione ISMU ETS. Negli ultimi dieci anni gli sbarchi di migranti sulle coste italiane hanno registrato andamenti altalenanti con picchi in corrispondenza di gravi crisi umanitarie dovute a conflitti, guerre, carestie, peggiorate condizioni economiche dei paesi di origine dei migranti in fuga.
I dati dal 2012 ad oggi
Nel 2012 gli arrivi furono relativamente pochi, con circa 13 mila persone che raggiunsero l'Italia con viaggi non autorizzati via mare.
Tra il 2013 e il 2014, poi, con l'aggravarsi della guerra in Siria e l'acuirsi di conflitti, guerre, carestie, instabilità politica ed economica in numerosi paesi africani, l'Europa e l'Italia in particolare hanno dovuto affrontare l'emergenza umanitaria dovuta alla fuga di numerosi migranti in cerca di protezione: dal 2014 al 2017 sono arrivate sulle coste italiane oltre 625 mila persone - oltre 170 mila nel 2014 e oltre 181 mila nel 2016, la cifra più alta registrata nel nostro Paese.
Dopo gli accordi presi dall'Italia con la Libia a metà 2017, nel biennio successivo si è registrato un calo degli sbarchi, "solo" 11 mila arrivi nel 2019. Gli sbarchi tornano a risalire nel 2020 (34.154) e più fortemente nel 2021 (67.040) e lo scorso anno il numero delle persone giunte via mare in Italia è tornato a 6 cifre, superando le 105 mila unità.
I Paesi di provenienza
Nel 2013 e nel 2014 i cittadini siriani in fuga dal loro paese (42 mila persone) rappresentavano un quarto dei migranti sbarcati, mente nel 2012 tale collettivo costituiva solo il 4,4% del totale e dopo anni di arrivi limitati, i siriani tornano ad approdare anche sulle nostre coste in modo più significativo, con oltre 2.200 arrivi nel 2021 e 8.600 nel 2022 (quinta nazionalità).
I nigeriani sono risultati la principale nazionalità tra gli sbarcati nel 2016 (38 mila) e nel 2017 (18 mila), mentre dal 2018 gli arrivi via mare sono dovuti in massima parte a tunisini.
Nel 2022 appena concluso la classifica vede ai primi tre posti le medesime provenienze del 2021 ma con il "sorpasso" degli egiziani, che con oltre 20 mila arrivi costituiscono un quinto di tutti gli sbarcati - e aumentati del 145% in un anno; i tunisini al secondo posto (18 mila) e terzi i bangladeshi (15 mila).
Nel 2022 tornano in graduatoria i migranti in fuga dall'Afghanistan: al quinto posto con oltre 7mila arrivi via mare nel corso dell'anno. Nei primi mesi del 2023 invece tornano rilevanti le provenienze dall'Africa sub-sahariana, in particolare dalla Costa d'Avorio e dalla Guinea.
Il sistema di accoglienza
Il sistema di accoglienza italiano risente in modo significativo dell'andamento degli sbarchi: ha registrato numeri importanti in particolare negli anni 2015-2017 - gli anni della "crisi europea dei rifugiati" - quando dalle 66 mila presenze di fine 2014 si è passati rapidamente a superare le 100 mila unità nel 2015 e sfiorare le 185 mila a fine 2017.
Dal 2018 conseguentemente al calo degli sbarchi il numero degli accolti nelle strutture di accoglienza italiane ha cominciato a ridursi, scendendo sotto le 100 mila presenze negli anni 2019-2020-2021. L'anno appena concluso, il 2022 ha registrato una ripresa degli sbarchi e un aumento delle presenze in accoglienza, che sono cosi' risalite a 107 mila al 31 dicembre scorso.
In particolare a fine 2022 quasi 2 mila migranti erano accolti negli hotspot di Sicilia e Puglia; 72mila nei centri di accoglienza straordinari sul territorio nazionale (di cui oltre 9mila nella regione Lombardia) e 33 mila nei centri SAI (tra questi 5mila in Sicilia). I primi mesi del 2023 confermano tale tendenza, con numeri rilevanti: al 15 aprile scorso 115 mila migranti risultavano presenti nelle strutture di accoglienza italiane.