Lo zoologo: "Giusto abbattere l'orsa"
AGI - "Per quanto possa dispiacere togliere la vita a un animale selvatico è comunque un bene per l’incolumità pubblica, ma anche per tutti gli altri orsi. Se ne toglie uno per garantire la sopravvivenza dell’intera popolazione. Uno contro 99, la mela marcia...": ad affermarlo è lo zoologo trentino Filippo Zibordi che in un'intervista all'AGI giustifica il possibile abbattimento di Jj4, l'orsa di 17 anni che ha attaccato e ucciso il runner trentino Andrea Papi.
Per lo zoologo orsi, lupi e cinghiali non sono animali aggressivi ma che agiscono "per autodifesa": il problema semmai è nella "relazione distorta" che si può creare con lupi e orsi se "si abituano alla presenza dell’uomo perché attratti apposta per esser fotografati vicino al cibo o perché hanno accesso a delle fonti di cibo facili, non messe al sicuro".
"Allo stato attuale sono forse da temere di più gli orsi e non i lupi", sottolinea Zibordi alla luce dell'attacco a una donna che sarebbe stata morsa da un lupo in provincia di Lucca mentre portava a passeggio il cane. E questo malgrado i numeri: "Un recente monitoraggio fatto da Ispra su scala nazionale stima la presenza su tutto il territorio di circa 3 mila lupi", ha spiegato.
"Nelle Alpi centrali gli orsi sono poco più di cento", ha aggiunto, "ma c'è un piccolo nucleo di una decina di esemplari che sta in Friuli, al confine con Slovenia e Austria, tendenzialmente tutti maschi provenienti dalla Slovenia con un grosso turn over. Infine i famosi orsi marsicani che stanno nella zona del centro Italia, area del Parco Nazionale d’Abruzzo, e che sono una cinquantina".
"Se gli orsi sono in una porzione ridotta del territorio, i lupi sono presenti in larga parte di quello nazionale", osserva lo zoologo, "ma la loro storia è particolare: erano rimasti in meno di cento individui negli anni ’70, rintanati nelle aree più selvagge d’Italia come l’Appennino centrale e meridionale, poi per tanti fattori da allora il lupo ha iniziato ad avere una sua espansione verso sud fino a che negli anni ’90 nell’Appennino ligure ha scavallato arrivando fino sulle Alpi occidentali e da qui s’è espanso verso est mentre alcuni altri esemplari sono arrivati anche da altre zone, come la Slovenia".
"Sono popolazioni del tutto selvatiche, si riproducono per conto proprio. Quello che sta succedendo, ed è parecchio preoccupante, è il fenomeno della ibridazione. Il fatto preoccupante è che le lupe vengano fecondate da cani padronali o randagi e che quindi partoriscano poi dei cuccioli ibridi, con il Dna del lupo ma con dentro anche qualcosa del cane. Dico le lupe, perché quando succede il contrario, cioè qualche lupo maschio si accoppia con femmine di cane, nascono di nuovo degli ibridi ma sotto il controllo dell’uomo. Non sono animali liberi".
Gli orsi possono essere più pericolosi dei lupi
Per Zibordi gli orsi possono essere più pericolosi dei lupi che "sono decisamente più schivi, vanno in giro in branco". "Quindi", ha aggiunto, "se sorprendere un orso può succedere, per il branco di lupi la cosa è più rara. Il lupo ha un’organizzazione sociale fatta da un insieme che si sposta sul territorio e quindi s’accorge di noi ancor prima che non gli orsi. Anche loro non ci vedono, almeno in Italia, come una preda ma tentano piuttosto a evitarci, starci lontani. Il discorso però è diverso nei casi dei cosiddetti ‘lupi confidenti’, che pian piano – e qui la similitudine con l’orso è forte – si abituano alla presenza dell’uomo perché attratti apposta per esser fotografati vicino al cibo o perché hanno accesso a delle fonti di cibo facili, non messe al sicuro. Questo è l’aspetto brutto di una relazione distorta che può ingenerarsi sia con l’orso sia con il lupo".
"Se questi animali perdono la naturale diffidenza nei confronti dell’uomo, del suo odore, del suo cibo, decidono di avvicinarsi e riducono troppo le distanze. L’unica via per la coesistenza è quella di mantenere sempre le distanze. Nel 2020 c’è stato l’unico caso di una persona morsa da un lupo, proprio un lupo confidente, con un collare e che aveva avuto un’evidente interazione con l’uomo. Sottolineo infatti che il recente caso toscano è verosimilmente attribuibile a un cane e non a un lupo".
Secondo l'esperto l'annunciato abbattimento dell'orsa in Trentino è l’unica soluzione. "È la soluzione giusta, perché così è stato scritto nel famoso Piano d’azione Pacobace. E per quanto possa dispiacere togliere la vita a un animale selvatico è comunque un bene per l’incolumità pubblica, ma anche per tutti gli altri orsi. Se ne toglie uno per garantire la sopravvivenza dell’intera popolazione. Uno contro 99, la mela marcia..".
La natura non può andare per conto proprio
Per lo zoologo non c'è alcuna contraddizione tra la scelta di ripopolare i boschi con gli orsi e poi abbatterne uno come in Trentino: "Non c’è nulla che non torna, quel che andrebbe detto fin dall’inizio è che questo non è un progetto di rilascio senza controllo, le specie animali vanno gestite. Vanno gestiti i cervi, vanno gestite le specie aliene che devono essere eradicate, vanno gestiti gli orsi. Questo era stato detto fin dal 1997, cioè noi mettiamo gli orsi ma ci sono delle regole d’ingaggio: il fatto che vanno prevenuti gli atteggiamenti di perdita di diffidenza di cui abbiamo parlato prima, però vanno tolti di mezzo anche quegli orsi che manifestano comportamenti aggressivi. La natura non può andare per contro proprio: questa è una visione un po’ ingenua. Qualunque ecosistema ha bisogno oggi della gestione da parte dell’uomo e quindi nel caso dell’orso va previsto questo. Poi si poteva fare molto di più a livello di prevenzione e alcuni di questi orsi con comportamenti sconvenienti potevano esser bloccati prima".