AGI - Ore 11,30: Papa Francesco varca la Porta del Perugino, che è la soglia di casa. Scende dall'auto, ringrazia gli agenti che lo hanno scortato nel suo giro per le strade di Roma. Il Gemelli è lontano ben oltre il pugno di chilometri che lo dividono fisicamente da Santa Marta. Il suo secondo ricovero al Policlinico Gemelli, dopo quello del 2021, è acqua passata e lui fa di tutto per sottolinearlo.
Ecco perché, al momento di lasciare l'ospedale dove lo aveva trascinato suo malgrado una conclamata bronchite, si ferma. Si ferma con una coppia di genitori che hanno perso il figlio nel corso della notte, e prega con loro; si ferma di fronte ai giornalisti appostati da ore all'ingresso, sullo slargo che sfocia nella trafficata via della Pineta Sacchetti.
La voce è sì un po' bassa, e la logica dice che le cure antibiotiche potrebbero proseguire perché prendono sempre qualche giorno, ma l'intensità è tutta nelle parole che sceglie: "Non ho avuto paura, sono ancora vivo"; "Ho sentito come un malessere, come quando uno ha mal di stomaco" ma la morte (e qui cita non a caso una "persona più grande di me") non l'ha vista in faccia. Addirittura firma il gesso di un bambino. Come dire: ci si ferma ma poi si ricomincia.
Sfreccia quindi il piccolo corteo, poco blu e abbastanza grigio metallizzato, fatto di berline e giardinette rivisitate secondo i canoni di questo decennio. Il Papa scende verso il cuore della città, e qualche problema di traffico non si può evitare anche perché non punta subito verso Santa Marta. Attraversa il centro, piuttosto; la meta è Santa Maria Maggiore, e l'icona della Salus Populi Romani: quella dove va a pregare prima di partire per un viaggio, e al momento del ritorno, Anche questo, insomma, è stato un viaggio, e la salute del popolo di Roma è anche quella del suo vescovo.
Ora tutto è passato, si deve guardare al futuro e non è solo perché è bastato il dolore al petto dell'altro giorno per far di nuovo circolare le vecchie storie di futuri conclavi e odierni conciliaboli. Francesco ha fretta di riprendere la normale attività, e lo si capisce da tante cose.
Viene quindi fatto sapere che i programmi della prossima settimana rispetteranno le normali modalità e le usuali scadenze, e si tratta della Settimana Santa.
Viene annunciato che il Giovedì Santo la mattina sarà impegnato con la Messa del Crisma, e il pomeriggio andrà al carcere minorile di Casal del Marmo per la Messa in Coena Domini, con il rito della lavanda dei piedi
Ma ancor prima, domani, Bergoglio sarà fuori della Basilica per la messa della Domenica delle Palme. Anzi, con ogni probabilità prima della messa sarà già all'Obelisco a benedire i rami d'olivo.
Gli appuntamenti, insomma, sono più che confermati. Per capirne il ritmo si guardi lo scadenziario dello scorso anno. Confermata persino la Via Crucis del Venerdì, quella che dodici mesi fa scateno' le polemiche per la decisione di far reggere la croce a due ragazze, ucraina l'una e russa la seconda.
Lui presenzierà ai riti, lui presiederà e celebrerà le messe, con la presenza di un celebrante all'altare. Nel frattempo nomina una donna alla guida della prestigiosa Accademia delle Scienze Sociali, annuncia un giro di nomine in alcune diocesi europee e non, ostenta insomma il ritorno alla normalità.
Di più: non c'è mai stata l'eccezionalità. A chi gli chiede al momento di passare sotto la Porta del Perugino, se conferma la trasferta in Ungheria alla fine del mese lui risponde di sì senza esitazioni. Se poi si aggiunge una richiesta di chiarimenti sulla natura dei problemi di salute, replica che non l'ha nemmeno capita. Si chieda ai medici. Come dire: non è mai stato affar mio. Il viaggio continua, dopo la visita alla Madonna che protegge la salute e la salvezza del popolo di Roma e di colui che ne è vescovo
Ecco perché, prima di lasciare il Gemelli, Papa Francesco non manca di sottolineare la necessità di una buona informazione. Lo ha fatto ancor prima che fosse costretto a questa pausa non prevista e non desidewrata: in una intervista ad una testata argentina in cui stigmatizza le manovre politiche innescate e aiutate da una iniziale cattiva campagna di stampa che denigra, distrugge e prepara il terreno, Oggi invece fa i complimenti ai "media che riportano cose precise, per evitare fantasie". Proprio quelle per cui, per le strade di Roma, Bergoglio manifesta la propria presenza. Qui resteremo benissimo.