AGI - Antonello Aurigemma, di Fratelli d’Italia, è il nuovo presidente del Consiglio Regionale del Lazio. È stato eletto nel corso della prima seduta dell’assemblea regionale della XII legislatura con 36 voti al secondo scrutinio. Ad Aurigemma, classe 1968, sono arrivati anche 5 voti da parte delle opposizioni ed è proprio alle opposizioni che il neo presidente del Consiglio regionale si è voluto rivolgere dopo la proclamazione.
“L’ampia maggioranza con la quale sono stato eletto mi porta ad essere presidente e garante di tutti, soprattutto di coloro che non mi hanno votato – ha detto Antonello Aurigemma all’AGI - perché penso che la Regione debba svolgere un ruolo centrale nelle dinamiche, nel dibattito, anche e in particolar modo per le persone che la pensano in maniera diversa. E quindi, dico che il Consiglio deve essere principalmente un luogo di sintesi: alla fine, tra le tante proposte che i vari consiglieri regionali presenteranno, è normale che debba svolgersi un dibattito propositivo, costruttivo e con senso di responsabilità, perché non possiamo perdere altro tempo”.
Il neo presidente del Consiglio Regionale Aurigemma è alla sua terza legislatura in Consiglio regionale, dopo la decima (2013-2018) e l’undicesima (2018-2023). È stato eletto nella lista di Fratelli d’Italia nella circoscrizione provinciale di Roma con 16.883 voti. Nella scorsa legislatura, Aurigemma è stato presidente del Comitato per il monitoraggio dell'attuazione delle leggi e la valutazione degli effetti delle politiche regionali e vicepresidente della prima Commissione “Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, partecipazione, risorse umane, enti locali, sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia”. In precedenza, il neopresidente del Consiglio regionale aveva anche ricoperto la carica di assessore di Roma Capitale con il sindaco Gianni Alemanno.
Cosa può fare il Consiglio regionale per essere vicino alle istanze dei cittadini?
Il consiglio regionale deve essere un luogo di confronto e, ripeto, di sintesi, che sia in grado di dare risposte ai tanti problemi che hanno i cittadini della nostra regione. Dalle elezioni del 12 e 13 febbraio scorse, è emerso un altro importante dato, su cui riflettere, ed è quello dell’astensionismo: oltre il 60% dei cittadini della nostra regione non ha votato, e questo è avvenuto non a causa delle previsioni atmosferiche, ma perché gli elettori non si sono sentiti rappresentati da una proposta politica. A fronte anche di tutto questo, il Consiglio regionale deve svolgere un ruolo primario cercando di colmare il vuoto che spesso si crea tra le istituzioni e i cittadini, e per tali motivi deve essere la sede idonea dove si discutono proposte, in maniera concreta.
Ogni consigliere rappresenta un pezzo della nostra regione e deve fornire il proprio contributo, per cercare di trovare nell’immediato le giuste soluzioni alle numerose criticità che le nostre aziende, i lavoratori, le famiglie vivono quotidianamente da troppo tempo, prima a causa della crisi pandemica ed oggi a seguito di quella energetica, che sta creando pesanti conseguenze sul costo sia delle aziende, che della vita delle singole famiglie.
Nel suo discorso di insediamento ha ricordato anche il lavoro svolto quotidianamente dai tanti sindaci e amministratori locali
Il consiglio regionale deve stare vicino ai tanti amministratori del nostro territorio, ai tanti sindaci, assessori e ai consiglieri dei comuni del Lazio, che dedicano il proprio tempo per provare a migliorare la qualità della vita della gente. A loro va il mio pensiero, perché portano avanti il loro lavoro con dedizione, a prescindere dai colori politici. A breve convocherò proprio i primi cittadini, con l’obiettivo di supportare il loro operato: nel Lazio, in totale ci sono 378 comuni, e gran parte di questi sono di piccole dimensioni, con problematiche ordinarie di vario tipo, come i pagamenti delle bollette. È con loro che dobbiamo confrontarci, proprio perché vivono i territori e conoscono le loro esigenze.
Come si possono dare risposte concrete ai cittadini?
Gli unici strumenti che occorrono sono senso di responsabilità, sacrificio e servizio verso il prossimo: la politica, come diceva Paolo VI, è la più alta forma di carità cristiana, non serve innovazione o quant’altro, ma che ogni consigliere, che rappresenta un pezzo del territorio della nostra regione, proponga idee e programmi in maniera concreta per trovare soluzioni ai tanti problemi incontrati dai cittadini, che necessitano di risposte nell’immediato. Abbiamo perso troppo tempo e non possiamo perderne altro. La campagna elettorale è finita e il consiglio regionale non deve diventare terreno di battaglie e di rivalse, ma deve essere luogo di proposta ai tanti problemi del nostro territorio. La finalità da raggiungere è quella del miglioramento della vita dei cittadini della nostra regione.