AGI - Nuovo naufragio nel Mediterraneo, a due settimane da quello di Cutro: 17 migranti sono stati tratti in salvo e altri 30 sono dispersi da un barchino alla deriva da sabato nelle acque Sar libiche. Dall'imbarcazione erano riusciti a contattare dopo vari tentativi Alarm Phone che ha girato la segnalazione al Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, a quello maltese e a quello libico.
La tragedia si è consumata nel giro di 24 ore. Il barchino si trovava in area Sar libica, a un centinaio di miglia dalle coste del Paese nordafricano, ed è stato avvistato e localizzato dall'aereo della Ong Seabird che ha chiesto l'intervento del mercantile Basilis L, il quale si è diretto verso l'imbarcazione ma a causa delle condizioni del mare non è riuscito a prestare soccorso.
La notte sul barchino è trascorsa tra angoscia e paura, ha denunciato Alarm Phone, anche alla luce del fatto che fino all'alba non sono più riuscito a mettersi in contatto. La Guardia Costiera italiana ha fatto sapere che tutte le informazioni sono state fornite anche alle Autorità libiche e maltesi. Quelle del Paese nordafricano, per mancanza di unità disponibili, hanno chiesto il supporto del Centro Nazionale di coordinamento di Roma che ha inviato un messaggio satellitare di emergenza a tutte le navi in transito.
Sul posto sono quindi giunti quattro mercantili ma durante le operazioni di trasbordo su una motonave, la Froland battente bandiera caraibica, è accaduto il dramma: il barchino si è capovolto. Una parte dei migranti, 17 tra cui due ferite trasportati a Malta, sono riusciti a salire a bordo, mentre una trentina sono caduti in acqua. I 15 sopravvissuti, una volta lasciati a Malta i due feriti, raggiungeranno un porto italiano a bordo della motonave. Nel frattempo proseguono le operazioni di ricerca dei dispersi condotte dai mercantili in zona e da due aerei Frontex. Alarm Phone ha accusato le Autorità italiane: "Hanno ritardato consapevolmente i soccorsi e li hanno lasciati morire".
Poi ha esteso il tiro a tutta l'Ue: "Trenta persone sono morte. Sarebbero vive se l'Europa non avesse deciso di lasciarle annegare", si legge in un tweet in cui ha denunciato il "mancato soccorso di oggi da parte delle autorità italiane e di altri Paesi". Ma la Guardia Costiera in una nota ha sottolineato che "l'intervento di soccorso è avvenuto al di fuori dell'area di responsabilità Sar italiana registrando l'inattività degli altri Centri Nazionali di coordinamento e soccorso marittimo interessati per area".
Il senatore di Fdi, Lucio Malan, ha ironizzato sulle accuse dell'Ong: "Per Alarm Phone la responsabilità è dell'Italia, come fosse tornato l'Impero Romano". Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha invitato a non strumentalizzare queste tragedie. "Sono convinto, conoscendo la Guardia costiera, la Marina militare italiana e la Guardia di finanza, che questi uomini di mare non lascino mai nessuno senza soccorso". Dall'opposizione la neo-segretaria dem, Elly Schlein ha parlato di "vergogna per l'Italia e per l'Europa": "Non possiamo più vedere il Mediterraneo ridotto a un grande cimitero a cielo aperto".