AGI A colazione con Silvio. Ruby scrive nel suo libro ‘Karima’, edito con Amazon, delle mattine in cui si svegliava a Villa San Martino dopo le cene con Berlusconi.
“Alcune volte sono rimasta ospite per la notte. Era molto piacevole rimanere perché al mattino, il momento della colazione, era il più interessante. Lontano dagli schiamazzi il Presidente raccontava la sua vita, discuteva di temi a me molto lontani, ne ero affascinata. Era un mondo così importante il suo e mi sembrava incredibile poterne in qualche modo, anche lontanamente, farne parte. Mi sentivo trattare con dignità, direi con un’interlocutrice degna. I racconti agli inizi della sua professione erano i più interessanti perché aprivano in me finestre di riflessione, mi davano un senso di possibilità. Sono stata sempre trattata con molto garbo e, credo, con affetto sincero”.
La giovane donna 'interpreta' anche i sentimenti di Berlusconi. “Quello che non sopportava era il clima di avidità che si respirava e non mi sapevo spiegare – e rimane per me un mistero ancora adesso – come facesse lui a fidarsi di tutte quelle persone o a volerle solo intorno. Comprendo perfettamente che questa osservazione possa, a ben vedere, valere anche per me, ma io mi sono sempre sentita diversa”.
Diversa, perché?. “Non ho mai vissuto il mio partecipare alle cene come un lavoro. Lo trovavo un immenso privilegio. Mi ha aiutato, senza chiedere niente in cambio e senza che io mi sentissi in dovere di ricambiare in alcun modo. Se non con la gratitudine che continuo a sentire ancora oggi”. E ricorda la dedica del Presidente al libro ‘Forza Italia’ che mi ha regalato. “’Al sole che è arrivato dal deserto per scaldare i nostri cuori. Silvio’”. Una cosa non le piaceva: le barzellette. “Non ricordo di avere mai riso”. Ma “i suoi racconti che certo parlavano di lui e dei suoi successi ma avevano creatività, forza, fascino. Erano la prova di come nella vita sia possibile costruire grandi imprese, le percepivo in grado di ampliare i miei orizzonti”.