AGI - Papa Francesco ha ricevuto oggi in udienza la Federazione Italiana Pallavolo ed ha indicato le fasi di gioco del volley come metafora della vita e dell'impegno.
"Innanzitutto, la battuta, che è il primo colpo che dà il via al gioco", ha spiegato, "Nella partita, così come nella vita di ogni giorno, occorre prendere l'iniziativa, assumersi la responsabilità', coinvolgersi. Mai restare fermi! Lo sport può aiutare molto a superare timidezze e fragilità', a maturare nella propria consapevolezza, ad essere protagonisti, senza mai dimenticare che la dignità della persona umana costituisce il fine e il metro di giudizio di ogni attività' sportiva".
Poi c'è la ricezione: "Come bisogna essere pronti a ricevere la palla per indirizzarla in una determinata area, così è importante essere disponibili ad accogliere suggerimenti e ad ascoltare, con umiltà' e pazienza. Non si diventa campioni senza una guida, senza un allenatore disposto ad accompagnare, a motivare, a correggere senza umiliare, a sollevare quando si cade e a condividere la gioia della vittoria. Servono persone che siano punti di riferimento solidi, capaci di insegnare a ricevere bene, individuando i talenti dei propri atleti per farli fruttificare al meglio".
Terza fase di gioco l'alzata, "il passaggio verso il compagno o la compagna che ha il compito di finalizzare l'azione. Non si è mai soli, c'è sempre qualcuno da servire. Non esiste solo la dimensione individuale, ma si è parte di un gruppo: ognuno è chiamato a dare il proprio contributo perché si possa vincere insieme. I giocatori di una squadra sono come le membra di un corpo: san Paolo dice che "se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui".
"In un mondo dove si sgomita per apparire e per emergere a tutti i costi, dove l'io viene prima del noi, dove si scarta chi è debole e improduttivo, lo sport può essere segno convincente di unità, di integrazione, e può lanciare un messaggio forte di pace e di amicizia", ha sottolineato il Pontefice, "Decisiva è certamente l'azione di attacco, che consente di fare punti e di costruire la vittoria. Lo sport deve promuovere un sano agonismo, senza scadere nella tentazione di vincere calpestando le regole".
"Il sacrificio, l'allenamento, il rigore sono elementi imprescindibili dello sport, mentre la pratica del doping, oltre ad essere pericolosa, è un inganno che toglie bellezza e divertimento al gioco, macchiandolo di falsità' e facendolo diventare sporco", ha proseguito Bergoglio, "Per opporsi all'attacco, si fa il muro. Questa parola ci fa pensare ai muri presenti in diversi luoghi del mondo, segno di divisione e di chiusura, dell'incapacità' degli uomini di dialogare, della presunzione di chi pensa che ci si può' salvare da soli. Invece, nella pallavolo, quando si fa muro si salta in alto per affrontare la schiacciata avversaria: questo gesto ci aiuta a pensare la parola in un'accezione positiva".
"Saltare in alto significa distaccarsi da terra, dalla materialità' e dunque da tutte quelle logiche di business che intaccano lo spirito sportivo. I soldi e il successo non devono mai far venire meno la componente di gioco, di divertimento", ha concluso.