AGI - Questa è la storia di un ‘libero sospeso’, cioè di uno di quei cittadini condannati a una pena detentiva fino a 4 anni che chiedono una misura alternativa al carcere e restano liberi ma in un limbo in attesa di una decisione del Tribunale della Sorveglianza se concedergliela o mandarli in cella. Di loro ha parlato il ministro Carlo Nordio che, rispondendo a un’interrogazione del 16 gennaio del deputato Roberto Giachetti, ha definito l’entità della questione. I 'liberi sospesi' sono 90.120 in tutta Italia, persone che spesso si ricostruiscono una vita alle quali a un certo punto, dopo anni, viene detto di andare in carcere.
Pierangelo Valorio, alla cui vicenda Giachetti ha fatto riferimento, è stato in questa 'terra di mezzo' più di sei anni. Ex comandante della polizia locale di Arconate, provincia di Milano, viene arrestato nel 2011 nell’ambito di un’indagine su presunte irregolarità nella gestione e nell’incasso delle contravvenzioni. Il 23 maggio 2014 patteggia tre anni e due mesi di reclusione per reati contro la pubblica amministrazione con la concessione delle generiche e l’attenuante del risarcimento del danno di 12mila euro al Comune di Arconate. Solo lo scorso anno ha ottenuto l'affidamento in prova ai servizi sociali.
"L'enorme mole di lavoro dei giudici"
“La sentenza di applicazione pena non viene impugnata da nessuna delle parti e passa rapidamente in giudicato" spiega all'AGI l’avvocato Marina Silvia Mori che ha fatto ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo perché evidenzi "il problema strutturale italiano" inducendo a un cambio di rotta. Un anno dopo la Procura emette l’ordine di esecuzione per il residuo della pena di 2 anni, 2 mesi e 27 (una parte è stata esaurita in custodia cautelare).
L’ordine è sospeso, come sempre accade, in attesa della eventuale richiesta di accesso a una misura alternativa alla detenzione. Qui comincia la lunga attesa di Valorio e la permanenza nel mondo dei sospesi. “A causa dell’enorme mole di lavoro della Sorveglianza e non essendo questa una situazione da trattare con priorità” perché Valorio è libero, l'udienza viene inizialmente fissata solo il 2 ottobre 2019, quasi cinque anni e mezzo dopo il giudicato della sentenza.
Lo stop per la pandemia e la 'Spazzacorrotti'
A complicare le cose entra in vigore la ‘Spazzacorrotti’ che esclude l’accesso alle misure alternative per peculato e induzione indebita, due dei reati per i quali è stato condannato. Il Tribunale fa un altro rinvio in attesa che la Consulta si pronunci sulla costituzionalità della norma.
Poi arriva la pandemia: l’udienza del 12 marzo 2020 viene aggiornata “a nuova data”. Passano 10 anni anni dai fatti e sei e mezzo dalla sentenza di applicazione della pena. Valorio attende "senza avere in alcun modo contribuito ad allungare il tempo dell’esecuzione, ad esempio rendendosi irreperibile” dice la legale.
Incensurato, mai finito in altre indagini, ha anelato un sì per anni sapendo che non gli sarebbe stato certamente negato perché aveva tutte le carte in regola per riceverlo.
“L’affidamento in prova – ricorda l’avvocato – prevede comunque una serie di significative restrizioni dei diritti fondamentali, come possono essere il divieto di uscire dalla Regione. Il mio auspicio è che, sulla scia della sentenza Torregiani sulle carceri sovraffolate, per i 'liberi sospesi' si riduca la pena proporzionalmente al tempo che si è atteso per la sua esecuzione”.