AGI - E' diventato un fenomeno sui social il diario dall'ospedale di Hanif Kureishi, lo scrittore anglo-pakistano ricoverato a Roma dal 26 dicembre per una caduta che lo ha lasciato paralizzato.
Il primo tweet del 6 gennaio, in cui raccontava di non poter piu' muovere braccia e gambe e si chiedeva se riuscira' ancora a "tenere in mano una penna o a camminare", ha superato i due milioni di visualizzazioni. "Apro cio' che resta del mio corpo a pezzi per cercare di raggiungervi", ha scritto ai suoi follower che nel frattempo sono quadruplicati, "mi state tenenedo in vita voi".
Da allora il drammaturgo 68enne ha continuato a postare in rete messaggi pieni di vita e di speranza, talvolta di rabbia: impossibilitato a scrivere, li detta al figlio Carlo e alla moglie italiana Isabella D'Amico.
In poche settimane lo scrittore che nel 1987 fu candidato agli Oscar per la sceneggiatura di My Beautiful Laundrette ha ottenuto una vasta eco in Rete e i suoi messaggi vengono ripresi in molti articoli e condivisi sui social e nei salotti.
Kureishi ha raccontato la caduta a Villa Borghese, un fortissimo mal di testa prima di perdere i sensi e risvegliarsi in una pozza di sangue, incapacitato a muoversi.
Nei tweet parla del canto degli uccellini, si rallegra della gioia di conoscere altri pazienti incrociati nella terapia intensiva del Policlinico Gemelli e nella sua nuova stanza. Racconta come la "bomba" che lo ha devastato con un'operazione alla colonna vertebrale abbia trasformato il suo corpo e il suo rapporto con le persone che ama.
Il Financial Times gli ha dedicato un lungo articolo intitolato "Uno scrittore imperterrito", spiegando che "conquista nuovi lettori da un letto di ospedale".
L'autore di "Il Budda delle periferie" sta di fatto imponendo un nuovo genere letterario, un memoir fatto di cinguettii in rete, frasi brevi e crude in cui racconta i momenti di felicita', i colloqui con i medici, la frustrazione per la perdita della propria autonomia. Lasciando pero' sempre uno spazio alla speranza.