AGI - La Procura di Trento ha annunciato che richiederà l’archiviazione dell’inchiesta sul disastro della Marmolada del 3 luglio scorso quando il distacco della calotta sommitale del ghiacciaio aveva provocato una valanga di neve e roccia che ha ucciso 11 persone.
Come già emerso a metà dicembre scorso a seguito della perizia di 60 pagine depositata dagli esperti dell’Università di Siena e di Trento, anche la perizia tecnica richiesta dalla Procura ha rilevato che quanto accaduto è stato un “evento non prevedibile”.
A riportare la richiesta di archiviazione a seguito anche della seconda perizia è il Corriere del Trentino. Sulla relazione di 45 pagine firmata dai professori Carlo Baroni, del dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Pisa, e Alberto Bellin, della facoltà di ingegneria dell'Università di Trento, con il contributo di altri tre docenti universitari e di un ricercatore del Cnr, si legge che a provocare il distacco di 6.480 metri cubi di ghiaccio è stato un insieme di fattori, come lo scioglimento della neve di superficie alla formazione di ‘bédière’ (corso d'acqua che si forma sulla superficie del ghiacciaio,) che “contribuiscono ad accrescere la disgregazione del ghiaccio”.
Inoltre, è stato precisato che il ghiacciaio della Marmolada “in soli 10 anni avrebbe perso oltre cinque metri di spessore medio e oltre 7,7 milioni di metri cubi di ghiaccio”.