AGI - Un rumore improvviso tra i clacson, un segno sull'auto, la richiesta di soldi contanti e il portafogli alleggerito: la truffa dello specchietto torna prepotente a colpire dopo due anni di strade semi-deserte causa restrizioni anti-Covid.
Così accanto alla Roma violenta – omicidi, accoltellamenti, il Far West alla Stazione Termini, settimane di sangue e paura - riemerge la costante della microcriminalità sulle strade. Nella Capitale ostaggio delle auto private (ci sono più vetture che patenti) il traffico diventa un prezioso alleato per i malviventi.
I consigli per non cadere nella truffa
“Occorre sempre ricorrere all’assicurazione anche per danni piccoli. La parola ‘assicurazione’ - spiega all’AGI, il maggiore Fabio Manzo comandante della compagnia carabinieri di Roma Eur - blocca immediatamente qualsiasi tentativo di truffa. Poi in caso di qualsiasi dubbio è necessario chiamare il 112 in modo che possano intervenire le forze dell’ordine”.
La truffa dello specchietto 4.0
Intanto emergono nuove modalità di raggiro. “Ad esempio – racconta il maggiore – vengono mostrati cellulari, tablet ma anche orologi danneggiati che sarebbero caduti dal finestrino a causa di una manovra azzardata della vittima individuata”. Una sorta, dunque, di ‘truffa dello specchietto 4.0’ che sfrutta l’avvento delle nuove tecnologie.
“E’ importante precisare - continua il comandante dei carabinieri di Roma Eur – che ci sono diverse modalità di truffa: dalla più classica, simulando il contatto tra le due vetture fino al lancio di bulloni, sassi o l’utilizzo di carta vetrata per creare un segno nella vettura della vittima. Non viene preso di mira solo lo specchietto. Ma spesso vengono colpiti i punti ‘ciechi’ della vettura, come la fiancata nel lato destro posteriore, dalla parte del passeggero, dove il conducente ha meno visuale”.
Colpiti tutti i modelli di auto
Berline, monovolumi, familiari, coupé, suv: la truffa si modella con la tipologia di vettura. Ogni auto ha il suo punto ‘debole’ (quello meno visibile dal guidatore) e non ci sono vittime prescelte. Ma cambia la richiesta per il (finto) risarcimento. La ‘media’ del bottino - secondo le ultime denunce presentate - è di alcune centinaia di euro. Chi scende da un’auto di grossa cilindrata dovrà sborsare (presumendo che abbia più contanti a disposizione) una cifra maggiore rispetto al conducente di un’utilitaria. L’habitat dell’inganno è dunque il traffico. E a Roma i malviventi banchettano.
Le prede dalla guida incerta
L'occhio del malvivente sceglie prede non esperte alla guida. “Vengono colpite tutte le categorie di persone senza distinzione di sesso o di età. Uno dei punti principali per i truffatori - sottolinea Manzo - è individuare automobilisti che tentennano alla guida in modo che sono più facili da convincere del fatto che hanno sbagliato una manovra”.
Il malvivente viaggia con moglie e bambini
“Una volta creato il finto contatto - spiega il maggiore dei carabinieri - il conducente viene fatto accostare possibilmente non in posizioni comode, quindi, sulla corsia di emergenza delle strade a scorrimento veloce o in prossimità di incroci in città in modo che la truffa si consumi il più velocemente possibile”.
Il truffatore spesso non è solo. Viaggia in auto con moglie e bambini. “Questo per innescare nella persona truffata il senso di colpa per avere creato disagio ad un’intera famiglia”.
Strade romane come una giungla. Per ore chiusi in gabbia nella propria auto, incolonnati sul cemento, in attesa di raggiungere casa o il luogo di lavoro. E con la truffa dello specchietto sempre in agguato.