AGI - Giovanni Carbone, detenuto nel carcere di Lanciano dopo aver ucciso la compagna Eliana Maiori Caratella con un colpo di pistola alla testa lunedì scorso a Miglianico, si è suicidato all'interno dell'istituto di pena. Lo si apprende da fonti penitenziarie.
L'uomo era accusato di omicidio volontario, detenzione illecita di arma da guerra e ricettazione dell'arma. Nell'interrogatorio reso ieri durante l'udienza di convalida in videoconferenza, Carbone aveva sostenuto di aver sparato per porre fine alle loro sofferenze e che, subito dopo, era sua intenzione suicidarsi, senza trovare il coraggio di farlo.
Sofferenze che, secondo l'accusa, sarebbero riconducibili all'ostilità manifestata dal marito della vittima, dal quale Caratella si stava separando, e dal fratello e dalla sorella della donna che non avevano mai accettato questa separazione. Una ostilità che si sarebbe manifestata fin dall'inizio della relazione con Carbone.
Lo stesso gip, nella sua ordinanza, evidenziava nella condotta dell'omicida "un impiego improvviso ed inspiegabile di una violenza del tutto sproporzionata ed eccentrica rispetto alla finalità dichiarata, espressiva dell'assoluta mancanza di autocontrollo e della capacità di valutare l'interesse delle persone coinvolte, dalla vittima, ai figli minori di lei".