AGI - "La proliferazione delle barriere anti-migranti - ben 19 quelle che delimitano tratti di confine esterni ma anche interni alla Zona Schengen, tutte erette negli ultimi 20 anni - solleva numerose problematiche giuridiche in materia di rispetto dei diritti fondamentali: la principale è quella legata al diritto di accesso alla protezione internazionale". Lo afferma il dossier della Fondazione Migrantes "Report Diritto d'asilo 2022" pubblicato questa martedì.
"Anche se va riconosciuto che la Commissione Europea si è opposta alle richieste di diversi Stati membri di poter utilizzare fondi dell'Unione per la costruzione di queste barriere di confine, il suo l'operato su una delle più grandi questioni politiche che dilaniano l'Europa è stato debole o inesistente", prosegue, "Ma anche l'irrazionalità di alcune proposte avanzate dall'attuale Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, insieme alla visione complessiva che le sorregge, è un segno inquietante di un'involuzione del processo di costruzione del sistema comune di asilo nell'UE".
"Gli ultimi anni hanno visto in netta crescita gli attraversamenti 'irregolari' delle frontiere esterne dell'UE dai Balcani occidentali: dai 5.900 del 2018 ai 106.400 dei primi nove mesi di questo 2022, anche se la cifra, nel complesso, riflette i ripetuti, faticosi tentativi compiuti spesso da singole persone", si legge ancora. "L'OIM conta almeno 252 rifugiati e migranti che hanno perso la vita in azioni realizzate dalle autorità europee e denunciate dai sopravvissuti come pushback fra il 2021 e l'ottobre 2022", aggiunge il dossier, "Nel 2021 hanno chiesto asilo per la prima volta nel territorio dell'Unione Europea circa 537 mila persone: + 29% rispetto al 2020.
E il primo semestre '22 vede già 365 mila richiedenti, contro i 201 mila dello stesso periodo del '21". La Siria (circa 99 mila richiedenti nel '21) e l'Afghanistan (85 mila) "sono ormai da anni le cittadinanze principali delle persone che cercano protezione nell'UE. A seguire, nel 2021, Irak, Pakistan, Turchia, Bangladesh, Venezuela, Somalia, Marocco e Colombia".
Rispetto al 2020, il 2021 ha visto nel territorio dell'Unione Europea un numero di decisioni in prima istanza sui richiedenti asilo di poco superiore (circa 524 mila contro 521 mila), ma una diminuzione di decisioni positive (202 mila contro 212 mila), registrando dunque un tasso di riconoscimento pari al 38,5%, contro il 40,7% dell'anno prima.
Sempre nel '21 l'UE ha garantito protezione a 274 mila richiedenti (riconoscimenti dello status di rifugiato, della protezione sussidiaria o umanitaria fra prima istanza e istanza finale su ricorso). Ma anche questo dato complessivo è in calo rispetto ai due anni precedenti. Dal 2020 all'ottobre 2022 il Voluntary relocation scheme della Commissione Europea ha permesso di ricollocare dalla Grecia 5.001 fra richiedenti asilo "vulnerabili", minori non accompagnati e rifugiati riconosciuti. Nello stesso periodo, sporadiche operazioni a favore dell'Italia hanno realizzato la relocation di poco piu' di 800 persone.