AGI - "Vista la solitudine e l'abbandono in cui versa il mio compagno, la inviterei a fornirmi dei giorni cadenzati della settimana, affinché possa vederlo. Evito di indicarglieli, perché certa che non mi verranno concessi".
Una lettera pec infuocata all'amministratore di sostegno di Lando Buzzanca per denunciare le condizioni in cui versa il noto attore siciliano di 87 anni, ricoverato all'ospedale Gemelli di Roma dopo una caduta dalla sedia a rotelle nella Rsa romana nella quale è ricoverato dal 27 dicembre scorso.
Ad inviarla, la compagna di Buzzanca, Francesca della Valle, dopo la visita in ospedale il 23 novembre, più volte da lei richiesta dallo scorso 8 novembre e alla fine concessa e ottenuta.
"Nella Rsa - recita il documento letto da AGI - è stata fornita a Lando 'un'ottima' assistenza, tanto da indurlo in uno stato a dir poco "raccappricciante" . E il tempo "perso" per ritardare il ritorno a casa, nonostante atti pubblici, relazioni di consulenti tecnici e la chiara volontà di Lando ha fatto il resto".
Un "progetto di morte", lo definisce senza mezzi termini Della Valle, "tipico della legge 6/04 e di amministratori di sostegno e giudici tutelari senza scrupoli", per ridurre in quello stato "un uomo sano e forte come Lando, è stato fatto proprio un bel lavoro".
"Lando mi ha parlato - scrive la Della Valle all'amministratore di sostegno di Buzzanca - seppur afasico, ormai quasi muto, grazie alle reiterate non cure logopediche, basta volerlo ascoltare e non fingere che non esista. So cosa è successo - scrive ancora Della valle - ma qualunque medico lo capirebbe vedendolo".
E ancora: "Mille scuse per non farmi andare in ospedale, per quale motivo? Privarmi ancora una volta di vederlo e di potergli dare conforto, nella sua "prigionia" e nello stato fisico in cui lo avete ridotto? Spero migliori - conclude la compagna dell'attore - e che oggi sia sottoposto alla cura giusta. Mi auguro vi stiate organizzando per una migliore, futura prospettiva di vita".