AGI - Il professionista apre l'ufficio alle 9 di mattina mentre ancora l'anziano è sotto il piumino. Lo studente è piegato sui libri ma solo di notte. Poi i palazzi esposti all'ombra e quelli - nella stessa strada - più soleggiati. C'è infine la variabile meteo.
Nei giorni scorsi per le temperature miti, in alcune città l'accensione dei termosifoni è stata posticipata con ordinanze comunali ad hoc. Ma con i primi rigori dell'autunno, alcuni sindaci - come a Roma - anticipano l'avvio delle caldaie.
Quando la 'coperta è corta', in tempi (forzati) di razionamenti dell'energia per contenere il caro bollette, i condomini diventano un campo di battaglia. Così la distribuzione delle ore di riscaldamento centralizzato nell'arco della giornata diventa un sudoku difficile da risolvere. Il pressing dei condomini, le bollette non pagate, i fornitori in credito di migliaia di euro: a gestire questo tiro incrociato di richieste e lamentele sono gli amministratori di condominio.
"A noi amministratori - dice all'AGI, Francesco Burrelli presidente nazionale dell'Anaci, la più grande associazione a livello nazionale che raggruppa 8mila amministratori di condominio - ci hanno passato la patata bollente. Attenzione a non lasciarci soli", è la richiesta al governo. "Gli amministratori - continua - oltre alle richieste del condomini, devono gestire il caro bollette e le morosità.
Prima c'erano soli i morosi 'furbetti'. Ora si sono aggiunti anche i morosi un tempo virtuosi ma che ora non riescono più a pagare perché i loro stipendi vengono mangiati dal caro energia". In molti palazzi il mix tra negozi (ai piani terra) e abitazioni private porta spesso a discussioni. "Gli studi professionali - spiega Burrelli - aprono alle 9 ma se si attiva il riscaldamento alle sei di mattina negli uffici fa freddo per tutto il resto della giornata. Occorre capire che non si possono avere i diritti di prima. Bisogna cambiare il modo di vivere in un'ottica di razionamento dell'energia".
A Roma, con l'ordinanza del sindaco Roberto Gualtieri, è stata anticipata al 14 novembre l'accensione dei termosifoni. Ma di fatto, dopo 24 ore dal provvedimento, molte case erano ancora senza caloriferi in funzione. Il passsaggio dalle carte all'azione non è, infatti, immediato.
"C'è stato poco preavviso - spiega Giulio Paoloemilio, presidente della sezione romana dell'Aiac, l'associazione italiana degli amministratori di condomini - e siamo noi a dover avvisare i tecnici delle caldaie. Ma dobbiamo fare una scelta e siamo anche esposti alle contestazioni. Non possiamo in poche ore far ripartire i caloriferi a tutti. Cercheremo di dare priorità alle categorie più fragili, magari agli stabili dove è concentrato un alto numero di anziani".