AGI - Un appello per sostituire gli spettacoli russi in programma al Teatro alla Scala, a partire dalla "prima" che vedrà in scena "Boris Godunov" del compositore russo Musorgskij. La petizione, sottoscritta da alcuni cittadini ucraini in Italia e da 23 associazioni italo-ucraine, è stata lanciata su charge.org. "La Scala non favorisca la propaganda di Putin: musica russa solo dopo la fine della guerra", si legge nel titolo dell'iniziativa.
I promotori hanno anche scritto una lettera al sindaco di Milano Giuseppe Sala, presidente della Fondazione Teatro alla Scala, per invitare la struttura a ripensare la rappresentazione di opere e spettacoli russi nella stagione 2022-2023. Nell'appello, si sottolinea che "mentre in Ucraina venivano tirati fuori dalle fosse di Izyum i corpi di civili con le mani legate, con la corda al collo, e i corpi dei bambini morti ammazzati dalle bombe, dai missili e dai proiettili russi, dal 14 al 25 settembre al Teatro alla Scala di Milano andava in scena il balletto russo 'Onegin'".
Inoltre, si evidenzia che i media russi stanno dando ampio risalto al fatto che la Scala aprirà la stagione con un'opera russa, strumentalizzando il fatto a fini propagandistici: "I russi sono convinti che il Paese venga percepito come portatore della loro grande cultura, che la politica di Putin sia condivisa dalla maggioranza dei popoli e che si oppongono a Putin solo i politici che rappresentano quel cattivo Occidente che vuole distruggere la Russia", si legge nella missiva. Infine viene sottolineato che, per questa ragione, in molti Paesi occidentali gli spettacoli russi sono stati sospesi finché ci sarà la guerra.