AGI - Giocatori preferiti ad altri per entrare in squadra. Tanto basta ad alcuni genitori di giovani 'promesse' del calcio professionistico per inveire, insultare e minacciare il responsabile del settore giovanile dell'Us Avellino.
La società, che partecipa al campionato di Lega Pro, ha affidato la squadra under 17 a Giuliano Capobianco, che recluta ragazzi promettenti soprattutto tra le province di Avellino e Napoli.
Ma la presenza di alcuni partenopei non sarebbe ben vista dai familiari dei giocatori irpini, che ieri, durante una partita a Venticano, hanno contestato duramente il responsabile del settore giovanile, già bersaglio di insulti e minacce durante la gara della prima squadra sabato scorso allo stadio Partenio - Lombardi di Avellino, contro il Potenza.
L'episodio è avvenuto nella tribuna Montevergine, dove il dirigente sportivo stava assistendo all'incontro.
È stata la prima volta di minacce aperte, ma le avvisaglie di un clima ostile si erano avute già in passato.
"Non sono stato aggredito fisicamente ma qualcuno ha perso le staffe e ieri sono state dette frasi che racconterò, quando sarò chiamato".
Così, Capobianco, all'emittente SportChannel 214, lasciando chiaramente intendere che sono possibili sviluppi di tipo giudiziario sulla vicenda. Il dirigente sportivo ha già ricevuto la solidarietà dell'Us Avellino "per le continue minacce e tentate aggressioni subite in questi mesi da parte di genitori che, senza alcun contegno e con modi alquanto discutibili, lamentano lo scarso impiego dei propri figli. La società prenderà provvedimenti nei confronti dei tesserati coinvolti, malgrado l'indiretta responsabilità degli interessati, e, nel contempo, le persone vittime di tali episodi di violenza sporgeranno denuncia presso le autorità competenti", si legge in una nota.
E gli episodi vengono condannati anche dal presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, e da tutta la Lega Italiana Calcio Professionistico.
"È vergognoso e inqualificabile che genitori di giovani calciatori arrivino a minacciare il responsabile del club nel quale gioca il figlio perché quest'ultimo non viene fatto giocare. - si legge in un comunicato - Il calcio è un gioco che deve portare insegnamenti di gioia, divertimento e civiltà. La Lega Pro condanna senza se e senza ma questi episodi di violenza totalmente agli antipodi con i principi fondamentali del nostro calcio. Esprimiamo massima solidarietà all'Avellino Calcio ed al suo dirigente Giuliano Capobianco, augurandoci che anche la giustizia ordinaria faccia i giusti approfondimenti del caso", conclude il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli.