AGI - Chi beve un caffè può vivere più a lungo e ammalarsi di meno. Specie di malattie cardiovascolari. È il dato che emerge sul caffè dalla ricerca coordinata dal Baker Heart and Diabetes Research Institute di Melbourne, in Australia, pubblicata sull’European Journal of Preventive Cardiology. Lo studio ha preso in esame 449.563 persone tra i 40 e i 69 anni d’età che non mostravano particolari problemi cardiovascolari. ù
A loro è stato chiesto di quantificare le tazze di caffè che erano soliti bere ogni giorno e se solubile, macinato o decaffeinato. Il campione volontario è stato seguito per 12 anni e mezzo. L'analisi ha così evidenziato che due o tre tazze al giorno di qualsiasi tipo di caffè sono state associate a una riduzione dei decessi per qualsiasi causa, così come a una riduzione delle malattie cardiovascolari. Anche se, per esempio, il decaffeinato non è stato associato a una riduzione delle aritmie, come la fibrillazione atriale.
La notizia è stata diffusa quattro giorni fa proprio alla vigilia della Giornata internazionale del caffè che cade l’1 ottobre, data stabilita dai membri dell’Ico, International Coffee Organization, con l’obiettivo “di inserire il settore in un progetto di economia circolare, che da un lato “tenga conto dell’aspetto umano, ovvero di tutti i lavoratori coinvolti lungo la filiera del caffè” e dall’altro “riconosca l’impatto sull’ambiente dell’intero processo produttivo, individuando soluzioni che possano migliorare entrambi gli aspetti”, come si legge in una nota.
Parola chiave di questa giornata è “sostenibilità”, perché – evidenzia l’Ico – in un momento storico in cui “il prezzo del caffè è alle stelle, gli agricoltori dei Paesi produttori, la cui sussistenza dipende dalla qualità e dalla quantità dei raccolti, ricevono compensi inadeguati e vivono in condizioni ai limiti della sussistenza” è necessario “puntare prima di tutto alla sostenibilità sociale ed economica”.
Bocciata lo scorso marzo dalla Commissione nazionale per l’Unesco la proposta di fare del caffè italiano un Patrimonio da tutelare per “cultura, rituali, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli", il dossier di candidatura del caffè espresso è stato tuttavia molto apprezzato dai membri del direttivo Unesco.
Anche perché si deve sapere che questa bevanda corroborante ha alcune prerogative: per esempio, se la caffeina può far male “sino a uccidere”, per raggiungere questo risultato occorre bere tra le 80 e le 100 tazze di caffè in un tempo molto ristretto che si aggira circa intorno alle 4 ore. Però il caffè contiene circa 1.000 composti chimici, alcuni dei quali rappresentano una fonte di scoperta per la scienza e potrebbero essere usati in futuro per curare malattie cardiache e persino l’insonnia. Incredibile, ma vero.
15 cose da sapere sul caffè
1. Si ipotizza che Mokha, nello Yemen, sia un suo luogo d’origine, come lo potrebbero essere però anche l’Etiopia (la regione di Caffa) e la Persia; fin dal XVI secolo Venezia – grazie ai suoi rapporti commerciali con l’Oriente – è stata la prima città a far uso di caffè e le prime botteghe nel mondo furono aperte proprio in laguna, forse nel 1645.
2. I maggiori stati produttori sono Brasile, Vietnam, Columbia, Indonesia ma anche Messico, Guatemala, Honduras, Nicaragua, El Salvador, Etiopia, India, Ecuador.
3. Le principali specie coltivate sono: Coffea Arabica, Coffea Canephora (Robusta), Coffea Liberica, che tra loro si differenziano per gusto e percentuale di caffeina.
4. Il Paese dove si consuma più caffè è la Finlandia, con 12 kg l’anno pro-capite. Quello dove se ne consuma meno è Portorico, con 400 grammi a persona. L’Italia si piazza solo al dodicesimo posto della classifica, con 5,9 kg pro-capite, dopo Svizzera, Canada, Danimarca, Austria. La media di consumo mondiale è di 1,3 kg all’anno per persona.
5. Come va conservato il caffè? Va macinato e tenuto ben chiuso in un vaso di metallo per non fargli perdere l’aroma. C’è chi consiglia di tenerlo anche nel frigorifero, sempre chiuso ermeticamente, meglio se sottovuoto.
6. Come si forma la sua crema o schiuma? La crema è fatta da caffè liquido e da micro-bolle di anidride carbonica. La quantità e la consistenza della crema dipendono dal tipo di caffè, dalla tostatura e dalla sua freschezza.
7. Quantità giusta per una tazzina: l’espresso “a regola d’arte” è una bevanda da 25 o 30 ml e non più, per assaporarne tutte le proprietà aromatiche al meglio.
8. Un caffè espresso “perfetto” è composto in genere da circa 50 chicchi di caffè che andrebbero macinati al momento.
9. I fondi di caffè sono i chicchi macinati che avanzano dopo la preparazione del caffè, un rifiuto organico che può prestarsi a vari riutilizzi: per allontanare le formiche, restaurare mobili, concimare i fiori, come ottimo repellente per le pulci dei i cani. Sono utili anche a tenere ben pulite e sgrassate le condutture dei lavandini.
10. L'espresso vince su tutto: dallo shakerato a quello in granita per arrivare alle ricette territoriali come l'espresso salentino o il "mezzo freddo" siciliano. Quest’ultimo è uno dei riti estivi più frequenti. Dalla tazzina con il cubetto di ghiaccio, fino ai cocktail e persino ai gelati e sorbetti all'espresso. Per il caffè freddo si calcola una quota oltre i 6.000 milioni di litri consumati in tutto il mondo.
11. Dallo scorso marzo al bar la tazzina ha raggiunto il prezzo di 1,25 euro.
12. Il 20% delle oltre 800mila vending machine di caffè, installate in tutta Italia all'interno di aziende, uffici pubblici, ospedali, stazioni, aeroporti e metropolitane, sono dotate di app di pagamento.
13. Moka o napoletana? Prima della moka, il caffè a casa si preparava con caffettiere di tipo napoletano. Nel procedimento della “napoletana” l’acqua nel cilindro inferiore arriva all’ebollizione, la caffettiera viene tolta dal fuoco e capovolta. Così l’acqua, per gravità, passa attraverso il caffè macinato e ne estrae aromi ed essenze. Nella moka il processo di estrazione è analogo, ma più veloce. Il caffè è in polvere.
14. La temperatura ideale per gustare un buon caffè è una tazzina asciutta, calda, ma non bollente.
15. In vetro o in tazza? La porcellana dura, cotta ad altissime temperature, è in grado di condurre in maniera ottimale il calore. I “puristi” del caffè probabilmente non ordineranno mai l’espresso in una tazzina di vetro. La cosa davvero importante è che il caffè sia buono.