AGI - L’obiettivo delle Nazioni Unite di dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030 viene in genere giudicato importante per quasi tutta la popolazione italiana (97%), ma solo 4 persone su 10 lo considerano veramente realizzabile, 1 su 5 no. C’è sfiducia. Eppure è un tema di assoluta priorità, urgente quanto necessario.
Il 29 settembre cade la Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari e in quest’occasione Babaco Market, un servizio di delivery in abbonamento nato nel 2020 che porta direttamente a casa dei consumatori cassette di frutta e verdura fuori dall’ordinario che, per piccoli difetti estetici non rientrano negli standard dei tradizionali canali di distribuzione e per questo rischiano di essere sprecati, presenta una ricerca esclusiva commissionata a Bva-Doxa con dati specifici sull’Italia in tema di spreco alimentare.
Cosa è emerso dallo studio
Innanzitutto che c’è consapevolezza circa l’urgenza di contrastare lo spreco alimentare. Più presente che mai tra le persone, in quanto oltre il 60% degli italiani dichiara di amare la frutta e la verdura fresca e il 66% consuma frutta fresca tutti i giorni, con una forte consapevolezza in merito al tema dello spreco globale, che per la Fao, la Food and agricultural organization, a livello mondiale sfiora una quota che pari al 30% circa di cibo all’anno, causando il 10% delle emissioni di gas serra.
Basterebbe forse questo solo e semplice dato per indurci a riflettere quando ci sediamo a tavola. Di quel 60% di persone che dice di amare frutta e verdura fresca, il 66% la consuma tutti i giorni e, all’interno di quel primo dato, ben il 96 di chi si esprime afferma di avere una chiara percezione dello spreco in corso ma solo il 43% si dice di essere a conoscenza della sua entità, cioè di conoscere i dati esatti e sapere a quale percentuale ammonta. Quindi, di fatto, c’è uno iato, una divaricazione tra “conoscenza” effettiva del fenomeno e “comprensione reale” della sua gravità.
Quanto invece ai criteri d’acquisto di frutta e verdura che sono stati rilevati, i dati della ricerca mettono in evidenza interessanti fattori di scelta da parte dei consumatori italiani: per esempio, la provenienza locale/italiana è il fattore-guida fondamentale per il 37% degli interpellati, seguito da un prezzo conveniente (22%) e buon gusto (20%). Se si analizzano poi più da vicino le abitudini nei confronti del consumo di prodotti ortofrutticoli, emerge che il 46% del campione dichiara di sforzarsi di mangiare spesso frutta e verdura perché consapevole dei benefici per la salute ma i dati sui luoghi di acquisto sottolineano, invece, un’apertura green degli intervistati verso canali meno tradizionali e più sostenibili.
I dati sullo spreco alimentare
Qui, sui canali alternativi e meno tradizionali c’è, forse, la vera sorpresa: circa il 19% degli intervistati dichiara di usufruire di siti/app specializzate nella vendita di prodotti ortofrutticoli almeno una volta al mese, di fare acquisti su siti anti-spreco (8%). Positivo anche l’interesse nei confronti dell’acquisto online di frutta e verdura esteticamente imperfetta: il 50% di chi risponde è molto attratto da questa possibilità. Pertanto, si legge ancora nei risultati della ricerca, che “l’informazione e l’attenzione in questo contesto si rivelano essere determinanti per incoraggiare i consumatori italiani a contrastare lo spreco alimentare nella propria vita quotidiana”. Tuttavia nell’ambiente domestico, quasi un quarto di chi risponde ammette di sprecare cibo per la scarsa attenzione e, nonostante la volontà generale sia quella di non buttare quasi mai nulla, “il 57% ha riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese”.
In Italia, poi, tra le maggiori cause del fenomeno di spreco c’è la scarsa attenzione a consumare gli alimenti prima che scadano o si deteriorino (54%), si segnala una conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (33%), il fatto che si comprino troppi alimenti (21%) o in formati troppo grandi (19%) e, infine, perché si tende a cucinare cibo in eccesso (9%). Gli alimenti che finiscono più spesso nel cestino sono verdura (47) e frutta (41%). Seguono più distanziati pane fresco (29%), latticini (24%), cipolle, aglio e tuberi (22%).
Al contrario, tra le principali azioni anti-spreco attuabili, l’indagine Babaco Market-BVA Doxa annovera il porzionamento e il congelamento del cibo (46%), dare priorità ai cibi prossimi alla scadenza (38%), acquistare prodotti durevoli/a lunga conservazione (37%), acquistare formati più piccoli (30%), l’adozione di un menù settimanale (25%) e l’acquisto su siti specializzati vs. anti-spreco (8%). È inoltre positivo, si legge ancora, “l’interesse nei confronti dell’acquisto online di frutta e verdura esteticamente imperfetta” e in grado di supportare il Made in Italy, per contribuire all’anti-spreco: il 50% delle persone intervistate è molto attratto favorevole, con un voto medio di 7,1 su scala 1 a 10.
Obiettivo dell’Onu è dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030, sia nella vendita al dettaglio (negozi, supermercati) sia tra i consumatori (spreco alimentare domestico). Quanto a Babaco Market, il servizio offerto aiuta la lotta contro lo spreco fornendo ai consumatori una soluzione concreta e pratica da adottare ogni giorno. L’abbonamento a Babaco Market permette di ricevere direttamente a casa cassette di frutta e verdura fuori non usuali. I prodotti includono eccellenze del territorio italiano tra cui ci sono i presidi Slow Food.