AGI - “Venite, c’è il corpo di un bambino immerso nel fango”. La telefonata di un agricoltore di Trecastelli, Alessandro Bedetta, arriva ai carabinieri poco prima delle 16 di questo pomeriggio.
L’uomo è il proprietario di un terreno agricolo che costeggia il fiume Nevola ed era stato allertato da un’educatrice dell’agrinido poco distante.
Quando i militari sono arrivati sul posto, hanno usato ogni cautela possibile per tirarlo fuori dal fango nel quale era immerso. Il corpicino era in avanzato stato di decomposizione, con la maglietta blu che indossava la notte dell’alluvione, quando viaggiava in auto in compagnia della mamma Silvia.
Giovedì Mattia era sul sedile posteriore quando un’onda terribile di acqua e detriti ha investito la vettura; la sua mamma è uscita, lo ha tirato fuori dal finestrino, l’ha stretto a sé per portarlo via.
Poi una seconda ondata che li coglie in pieno e Mattia le sfugge via.
Lei si salverà; la troveranno molto dopo e due chilometri più avanti i vigili del fuoco e, da quella notte fino a ieri, ha seguito le ricerche dall’ospedale di Senigallia, dove era stata ricoverata in stato di ipotermia e con una polmonite.
Mattia l’hanno cercato in 150, per terra e sorvolando l’area del disastro: vigili del fuoco, volontari della protezione civile, forze dell’ordine, semplici cittadini e suo padre Lorenzo, che non ha mai smesso di ringraziarli. Otto giorni di speranza, fino a questo pomeriggio.
L’hanno trovato a 13 chilometri di distanza da dove è scomparso e dove alcuni testimoni lo hanno sentito chiedere aiuto un’ultima volta. Il suo riconoscimento non è ufficiale. La salma è stata presa in consegna dalle onoranze funebri e trasferita all’obitorio dell’ospedale di Senigallia dove sabato in programma l’autopsia, disposta dalla procura di Ancona, e sarà noto l’esito dell’esame del Dna. Le vittime, a questo punto, salgono a 12, mentre si cerca ancora una persona, Rossella Chiù.