AGI - Visto il risultato finale, di sicuro sono partiti agguerriti e con l’obiettivo di “fare a fette” gli avversari. Alla fine ci sono riusciti, conquistando ben tre ori e un bronzo.
È il risultato della Nazionale Macellai, che ai mondiali di Sacramento in California si è classificata al secondo posto nel “Miglior preparato d’agnello”, nel “Miglior preparato di pollo” e nella “Miglior tecnica del disosso”, premio quest’ultimo vinto da Gianni Giardina, macellaio siciliano di Canicattì mentre la medaglia di bronzo se l’è aggiudicata Carlo Fidone per la categoria Young Butcher su 13 nazioni che provenienti da ogni parte del pianeta che hanno partecipato alla competizione.
Forse in pochi erano al corrente di una simile disfida, ma la Nazionale Macellai ha fatto rientro dagli Stati Uniti con ben quattro medaglie. Meglio dell’Italia ha fatto solo la Germania, mentre alle spalle del nostro Paese si sono classificate nazioni con una forte tradizione carnivora come Irlanda, Gran Bretagna e Francia.
Un risultato più che soddisfacente per la nostra Nazionale, commentato con un certo orgoglio da Orlando Di Mario, macellaio di Sermoneta e presidente della Nim, la Nazionale Italiana Macellai: “L’importante risultato ottenuto in questa competizione conferma come l’Italia sia un luogo dove nascono ottimi macellai, artigiani competenti e capaci, in grado di eccellere di fronte a platee e giurie internazionali. Sono certo che questo risultato contribuirà a far crescere tutta la categoria a livello nazionale”.
Il quale ha anche sottolineato: “Ricordo come un macellaio preparato sia una figura importante per tutta la filiera gastronomica. Se un macellaio lavora bene i risultati si vedono trasversalmente: dalla cucina della famiglia fino a quella del ristorante stellato. Avere un macellaio competente permette inoltre un consumo etico e responsabile della carne”.
Certo capire i ruoli e la tattica sul “terreno di gioco” di un campionato simile non è facile: per fare un esempio, se in una squadra di calcio esistono ruoli precisi come i portieri, i difensori, gli attaccanti, tra gli azzurri della macelleria i ruoli sempre in “punta di coltello” sono distinti, e mescolano figure poco familiari al grande pubblico, come il disossatore o il creativo, con ruoli dai nomi che possono risultare un po’ più aderenti al gergo calcistico, come il rifinitore o il regista. Molto meno, invece, si può trovare l’attaccante macellaio nel ruolo di “fantasista”.
Tuttavia, “il ruolo del macellaio sta rinascendo a livello mondiale – ha dichiarato Francesco Camassa, macellaio pugliese e capitano nazionale – e l’Italia non è da meno: oggi i butcher italiani affiancano gli chef nella stesura dei menù, hanno competenze per quanto riguarda i vini, hanno esperienze che svariano su tutti i fronti della gastronomia: dall’olio all’aceto balsamico passando per il mondo dei formaggi e della panificazione. Un macellaio moderno è un gastronomo tout court, se così non fosse durante questa durissima competizione con le altre nazioni non avremmo ottenuto tutte queste medaglie”.
La nazionale italiana Macellai si compone di 13 artigiani di cui 7 senior: Francesco Camassa, Andrea Laganga, Gianni Giardina, Mara La Bella, Orlando Di Mario, Davide Cecconi e Roberto Passaretta. I gruppi degli apprendisti e dei giovani contano invece 3 elementi ciascuno: Anna Moretti, Simone Di Ciano e Marco Iuculano tra i primi, Martino De Mita, Claudio Fidone e Daniele Gargano per i secondi.