AGI - Settembre e ottobre sono i mesi più movimentati e di intenso lavoro per i terapeuti specializzati nelle relazioni umane, specie quelle di coppia. La stretta convivenza a due nel corso dell’estate fa scoppiare in genere conflitti latenti o cronici, comunque irrisolti.
Capita così che se le vacanze sono per tutti il momento più atteso dell'anno, una tregua dalla intensa quotidianità, possano rivelarsi anche come una trappola mortale per le coppie che solitamente si nascondono i problemi affogando la propria vita nel lavoro , la chat dei genitori a scuola, la vita sociale e Netflix, muto rifugio televisivo serale.
Ecco, le vacanze possono essere perciò un’arma a doppio taglio, sostiene il Paìs: sono la prova del fuoco in cui le coppie felici escono molto più forti e quelle più insicure ritornano con qualche acciacco in più se non vistose ferite sulla pelle e nell’animo.
Anche perché, in genere, in vacanza la tolleranza per problemi o disastri è notevolmente ridotta, “tutto deve essere perfetto, come nelle foto di Instagram”, le quali per altro sono immagini in fondo, false, perché “hanno un filtro e mostrano solo la parte meno danneggiata e problematica di noi stessi”, osserva nel suo servizio il quotidiano.
Per esempio, molti terapeuti puntano il loro dito accusatore su “alcuni nuovi modelli di vacanza che incoraggiano litigi o conflitti” come “la moda delle roulotte, con pochissimo spazio, soprattutto se si hanno figli”.
Così tra settembre e ottobre gli psicologi, psicoterapeuti e psichiatri lavorano a ritmi elevati nel cercare di rimettere insieme i pezzi di coppie sull’orlo di una crisi di nervi: “Molte coppie vengono a cercare l'estrema unzione – afferma Miren Larrazabal, psicologa clinica e presidente della Società internazionale specialisti in sessuologia – affinché si possa confermare che la relazione è morta e quindi poter romperla con la conferma di un professionista.
Naturalmente, un terapeuta non consiglia né decide, il suo compito è rendere visibile la situazione e far prendere decisioni ai membri della coppia.
C'è anche chi confessa di non credere affatto alla terapia, ma di esservi approdato solo perché il partner gli ha messo un aut-aut (‘o ci vai o mi separo’). Si tratta per lo più di uomini trascinati in terapia dalle donne. E poi ci sono quelli che credono davvero in noi psicoterapeuti e pensano che possiamo aiutarli”, afferma la terapeuta.
L’unica alternativa alla crisi, alla rottura e alla inevitabile e conseguente separazione, se le vacanze sono risultate per la coppia un disastro che si è tramutato in una vera e propria dichiarazione di guerra – si fa notare – è che, dopo la pausa, routine, tran tran e il superlavoro riprendano il sopravvento e possano mettere a tacere di nuovo i conflitti una volta per tutte. O, almeno, fino alla prossima vacanza…