AGI - Ha visto sfilare in 160 anni di vita e di protagonisti della storia – reali, attori di Hollywood, scrittori celebri - e persone qualunque. Dal 16 agosto il grande cedro deodara (detto “dell'Himalaya”), che svettava nel giardino della Villa Ducale sul lungolago di Stresa non c’è più. È stato abbattuto.
Una decisione inevitabile: il cedro, uno degli alberi monumentali del Piemonte (250 sparsi su tutto il territorio regionale) era arrivato a 35 metri di altezza e a oltre 8 metri di diametro, e, purtroppo era stato gradualmente attaccato da parassiti e malattie oltre che dalla siccità. In pratica, già da qualche mese, l’albero era morto, e rappresentava in grave pericolo, visto che si trova in una zona molto frequentata.
Il cedro, prelevato dal parco del Castello di Agliè, era arrivato a Stresa nel 1860 quando l’allora Palazzo Bolongaro passò nelle mani della famiglia reale dei Savoia, che lo destinò a residenza della duchessa di Genova Elisabetta di Sassonia. La Villa divenne poi proprietà della congregazione religiosa fondata da Antonio Rosmini.
Durante la Seconda guerra mondiale fu requisita e divenne per qualche tempo la sede del quartiere generale delle SS. Alla fine della guerra, ritornò nelle mani dei Rosminiani che vi installarono il Centro internazionale di studi rosminiani e una importantissima biblioteca storica. La Villa si trova sul lungolago di Stresa, accanto ai grandi alberghi di lusso, celebri in tutto in mondo e meta di turisti.
Il grande cedro è stato abbattuto utilizzando una imponente gru per poter agganciare gli enormi rami, durante le operazioni di taglio . Numerosi i curiosi che si sono intrattenuti ad osservare il cantiere.