AGI – Un centinaio di sindaci della provincia di Pavia è pronto a spegnere i lampioni o comunque a ridurre l’illuminazione pubblica per l’aumento delle bollette e anche per attirare l’attenzione dello Stato sul tema dei costi per i Comuni in questo momento di acuta crisi energetica. Lo anticipa all’AGI Roberto Francese, sindaco di Robbio, dove “in proiezione le bollette potrebbero essere quattro volte più del normale che per noi è un milione di euro all’anno, quello che abbiamo messo a bilancio”.
“A giugno e a luglio il Pun, il prezzo nazionale di riferimento dell’energia elettrica, è raddoppiato – spiega – e le proiezioni diventano sempre peggiori. Avevamo già approvato una variazione ma la situazione si fa sempre più drammatica. La nostra ragioniera non ci dorme di notte”.
"Stiamo parlando col gestore della corrente"
Di qui l’idea di risparmiare sulla luce. “Abbiamo già preso contatti col gestore della corrente e stiamo valutando la possibilità di rifare l’impianto dei lampioni in modo che se ne possa accendere uno sì e uno oppure di ridurre la luminosità. Teniamo presente che a ottobre accenderemo i riscaldamenti nelle scuole col gas che costa 4 volte di più ”.
Francese ha preso contatto con gli altri sindaci del territorio che si sono detti “preoccupati anche perché lo Stato non si rende conto di quanto siamo in difficoltà noi amministratori”. Qualcuno ha proposto di chiedere “un dimezzamento del canone per ciascun Comune”.
L'assessore 'svita - lampadine'
Intanto, racconta Francese, nelle scorse ore Gregorio Rossini, l’assessore ai Lavori Pubblici del paese della Lomellina, già provato dalla siccità, è andato nel cortile della scuola “e ha svitato una lampadina sì e una no”.
“Di questo passo non potremo più fare opere necessarie perché dobbiamo pagare solo bollette e con meno luce penalizziamo la sicurezza e quindi i cittadini. Lo Stato si deve fare carico di questi costi, è ingiusto che si ribalti tutto sui Comuni”.