AGI - Raid con con coltelli e pistole. Armi non sventolate solo per spaventare ma utilizzate per far male in una spirale di violenza con aggressioni e ritorsioni sempre più cruente. Violenze documentante in tempo reale sui social network per spettacolizzare le faide tra gruppi di trapper a Milano. Per acquisire popolarità a colpi di like di una platea di giovani e giovanissimi fan del genere musicale nato dall'hip hop.
L'ultima è quella tra la crew del lecchese Simba La Rue, alias del ventenne tunisino Mohamed Lamine Saida, e quella del padovano Baby Touchè, nome d'arte del diciannovenne marocchino Mohamed Amine Amagour. Uno scontro quando le due fazioni si sono affrontati dal vivo dopo che le schermaglie tra i due rapper erano andate avanti a lungo via social e nel corso di un altro incontro ravvicinato in una discoteca.
L'epilogo di una serie di fatti di sangue. Il più eclatante il sequestro ai danni di Touchè. Accerchiato e caricato su una macchina alla periferia di Milano. Preso a calci e pugni mentre veniva insultato e deriso prima di essere rilasciato nel Lecchese. Il tutto pubblicato su Instagram. Episodi non denunciati alle forze dell'ordine in una dinamica governata da regole di fedelta' reciproca e di omerta'.
Pochi giorni dopo era stato Simba a essere vittima di un agguato a colpi di coltello in un parcheggio a Treviolo, nella Bergamasca. A gennaio invece era deflagrata la faida tra il gruppo di Piazza Prealpi, di cui fa parte lo stesso Simba La Rue, e il collettivo Refreel 24K. Una rivalità covata con schermaglie a mezzo social con i "dissing", video e canzoni con prese in giro e insulti.
Il motivo: l'accaparramento di contratti musicali con le etichette discografiche. Poi l'8 gennaio dalle parole si è passato allo scontro fisico. Due risse in poche ore fino alla sparatoria in cui solo per un caso fortuito non ci è scappato il morto.