AGI - Il completamento del Pnrr, la riforma del codice degli appalti e della concorrenza, quella del fisco, il piano per fronteggiare l'emergenza energia, il sostegno all'Ucraina. E ancora il superbonus, il reddito di cittadinanza e il salario minimo.
Sono alcuni dei punti principali del programma su cui Mario Draghi, nel suo ultimo intervento al Senato di mercoledì scorso, aveva chiesto al Parlamento di rinnovare la fiducia al governo.
La cosiddetta 'agenda Draghi', il patto per il Paese che molti partiti hanno fatto proprio e che rilanceranno durante la campagna elettorale che porterà al voto del 25 settembre. Quella sul Pnrr è la sfida più corposa, e non solo dal punto di vista economico.
Entro la fine dell'anno - ha ricordato Draghi la scorsa settimana al Parlamento - vanno raggiunti 55 obiettivi per ottenere una rata di 19 miliardi di euro.
Resta sul tavolo la riforma del codice degli appalti e della concorrenza (con l'apertura al mercato dei servizi pubblici locali, delle concessioni balneari, dei taxi) che nei progetti del premier andava approvata prima della pausa estiva.
Sulla riforma della giustizia tributaria, del fisco e della riscossione, l'agenda prevede il superamento dell'Irap, la razionalizzazione dell'Iva, la riduzione delle aliquote Irpef per i redditi meno alti.
Corposo anche il dossier per contenere l'aumento del costo dell'energia e sostenere i redditi più bassi. L'idea dell'ex banchiere centrale è quella di ridurre le imposte sul lavoro; spingere per il rinnovo dei contratti collettivi; lavorare nella direzione della direttiva europea sul salario minimo.
Tra i punti del programma c'è poi la modifica del reddito di cittadinanza che deve mirare a contrastare gli effetti negativi sul mercato del lavoro. Necessario intervenire anche sulle pensioni, favorendo flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al contributivo.
Sul fronte energetico Draghi ha insistito sulla necessità che l'Italia continui a diversificare i fornitori e spingere sulle rinnovabili. Ultimare il rigassificatore di Piombino entro primavera, ha scandito poco prima di confermare le dimissioni, "è una questione di sicurezza nazionale", mentre entro il 2030 andranno costruiti gli impianti per le rinnovabili.
Capitolo Superbonus: i problemi nati dalle norme sulla cessione del credito vanno affrontati - ha sottolineato - ma si deve anche ridurre la generosità dei contributi. Guardando alla politica estera, l'agenda prevede la conferma della solida adesione all'Unione europea e alla Nato e il sostegno all'Ucraina.
'Cerchiate in rosso' sono le discussioni per ottenere il tetto al prezzo del gas e la riforma del mercato elettrico, la difesa comune, la revisione delle regole di bilancio e il superamento dell'unanimità. Infine, la riforma dei medici di base e per l'autonomia differenziata.
Su questi argomenti Draghi aveva chiesto una fiducia "non di facciata". Se la sua agenda sarà promossa dai partiti in campagna elettorale, si vedrà nelle prossime settimane.