AGI - “Nella prima Repubblica non ci sarebbe stata una crisi del genere. Eravamo abituati a pensare prima”. Non è ironico Claudio Signorile, anzi precisa pure: “Abbiamo vissuto momenti anche peggiori di quelli attuali”.
Ottantacinque anni, da sempre socialista, più volte ministro, non si stupisce dell’epilogo del governo Draghi. Più che una “crisi pazza” è “anomala, perché anomalo è stato il modo in cui è cominciato tutto” dice Signorile all’AGI.
“Questo è un governo del presidente della Repubblica, non è nato da un confronto parlamentare. Da questo deriva che anche se alcuni senatori non hanno votato la fiducia, l’esecutivo non perde la sua legittimazione politica. È giusto dunque che il Quirinale rimandi il governo al Parlamento affinché ottenga una nuova legittimazione o, nel caso, una delegittimazione”.
Dei due protagonisti degli ultimi giorni, si è fatto un’idea precisa. Draghi? “Ha fatto quello che doveva fare. Ha una grande e sola carta: la coerenza”.
Conte? “Non è una cattiva persona e capisco anche che si sia montato la testa visto che gli hanno dato in mano un Paese. Ma la sua testa doveva rimanere sulle spalle, così non è stato”.
Ora tutto dipende dal centrodestra: “Se vuole andare alle elezioni anticipate lo otterrà, se invece preferisce aspettare la fine della legislatura potrà farlo senza problemi. Almeno parlo di quello che chiamano il centrodestra di governo”, cioè Lega e Forza Italia.
Signorile ha un’idea precisa: “Io sono sempre stato dall’altra parte ma gli consiglierei di tenere unita la coalizione, anche con la Meloni, e trattare le nomine e i provvedimenti di quest’ultima stagione di governo”.
Eppure la leader di FdI continua a chiedere le elezioni: “Potrebbe cambiare idea – dice l’esponente socialista – tanto al voto si andrà comunque nell’arco di pochi mesi e magari in un contesto di minore drammatizzazione”.
Signorile insiste: “La partita vera la gioca il centrodestra, a cui conviene trovare una forma d’intesa per poi andare a votare nella primavera dell’anno prossimo”. Di questi mesi l’ha colpito “l’inconsistenza e l’inesistenza dei partiti”.
In questo momento, riflette, “non abbiamo un sistema politico”. Non vuole ripercorrere il passato, Signorile, ma ammette che nella prima Repubblica “sarebbe stato tutto più facile”.
Poi aggiunge: “I socialisti mancano tanto alla politica perché avevano un ruolo strategico, erano una forza di cucitura, di costruzione. Non c’erano passaggi rilevanti dove non ci fosse l’azione dei socialisti”.