AGI - I numeri sono preoccupanti, l’ennesima ondata pandemica provocata dal coronavirus, variante Omicron 5, è imponente. Le stime della diffusione dei contagi trovano puntualmente conferma: in aumento i ricoveri ordinari e le terapie intensive. La percentuale di positivi considerando il totale dei tamponi – molecolari e antigenici rapidi - è al 26,8%.
Nel frattempo, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l'Agenzia europea dei medicinali (Ema), raccomandano la somministrazione del secondo richiamo a tutti coloro che hanno più di 60 anni e alle persone vulnerabili, perciò le regioni italiane si stanno preparando alla riapertura degli hub vaccinali.
Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6*, abbiamo analizzato le conversazioni in rete inerenti omicron 5 e i vaccini: nonostante altre tematiche forti e hashtag che si stanno imponendo in queste ore, come #crisidigoverno e il #calciomercato, del #covid e #Omicron5 si continua a parlare costantemente da ormai un mese, con picchi di conversazioni dal 12 giugno.
Un tema collettivo che nelle sue varie declinazioni (mascherine, vaccini, varianti) ha provocato oltre, 60mila tweet e 300mila commenti, distribuiti con una prevalenza maschile, 56% uomini, 44% donne.
Nell’ultima settimana le conversazioni e l’interesse sulla ripresa della pandemia hanno toccato un incremento del 68%, con particolare riferimento al secondo richiamo booster (quarta dose) di vaccino, per le persone che hanno superato i 60 anni. Il focus tematico che ha provocato più discussioni risale al mese di giugno, in concomitanza con l’esame di maturità, quando venne meno l’obbligo di indossare la mascherina, solamente raccomandata in alcune circostanze, come l’impossibilità di garantire il distanziamento interpersonale, di almeno un metro. Una misura che fece molto discutere proprio per il timore di una recrudescenza dei contagi.
Gli argomenti sui quali si concentra il maggior interesse sono prevalentemente di ordine sanitario: c’è, infatti, crescente preoccupazione per l’aumento dei casi (26%) e dei sintomi (6%), ma le discussioni sul timore di eventuali restrizioni raggiungono appena il 2% del totale.
L'attenzione è principalmente concentrata sulla quarta dose di vaccino (66%). Abbiamo individuato un cluster di utenti che all’interno della discussione sui sintomi, ripropone la polemica sui vaccinati, accusati di favorire la proliferazione delle varianti e di conseguenza delle ospedalizzazioni nelle terapie intensive. Conversazioni che si sono aggregate nell’hashtag #LockdownperiVaccinati, un contenitore tematico dove si trovano le teorie più disparate sulla diffusione del contagi, che selettivamente colpirebbero solo le persone coperte dal siero.
L’analisi delle emozioni è prevalentemente negativa, con livelli di disappunto e rabbia molto alti (87%) per l’evoluzione della pandemia. Molte persone sono contrarie alla quarta dose, perché preferiscono aspettare il vaccino aggiornato, del quale si sta parlando in questi giorni, previsto per il prossimo autunno. Altri invece ritengono che i prossimi cicli di somministrazione del siero saranno inutili e che converrà aspettare un vaccino universale in grado di proteggere da tutte le varianti in divenire.
Evidente anche lo sconforto degli utenti convinti che tre dosi sarebbero state sufficienti, compatibilmente con l’esaurirsi della pandemia. Le audience lamentano la mancanza di certezze su un fenomeno così volubile come la mutazione del virus e la sua contagiosità, temendo una sorta di vaccinazione permanente per i prossimi anni.
Analisti: Gaetano Masi, Pietro La Torre. Fabiana Giannuzzi. Giornalista, content editor: Massimo Fellini