AGI - I 21 assessori all'agricoltura di tutte le regioni italiane chiedono al governo lo sblocco del decreto per far fronte all'emergenza cinghiali, che sta diventando una piaga per le colture italiane, ma anche un problema per la sicurezza pubblica. Solo ieri una donna nella provincia di Torino ha perso la vita in un incidente per l'attraversamento improvviso di questi animali.
Assessori di tutti gli schieramenti politici questa mattina hanno dato appuntamento alla stampa nella sede della Conferenza delle Regioni per porre l'accento e incalzare il governo sull'approvazione in Cdm di un decreto interministeriale di competenza del Mite, del Ministero della Salute e del Ministero dell'Agricoltura, che 2 mesi fa ha trovato approvazione in conferenza delle regioni, ma di cui non si è saputo più nulla.
A ribadire l'urgenza è il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che ha preso parte all'appuntamento, declinando i numeri di questa emergenza: 2,4 milioni di cinghiali censiti su tutto il territorio nazionale ai quali vanno aggiunti quelli non censiti; 800 mila ettari di aree interne che sono alla mercé dei cinghiali.
"Bisogna ringraziare gli assessori regionali per quello che hanno fatto finora, perché hanno accompagnato gli agricoltori, ma riteniamo che i tempi non possano più essere dilazionati per il provvedimento di carattere nazionale - ha detto Prandini - questa situazione non è più rinviabile".
L'assessore regionale all'agricoltura della Regione Molise, Nicola Cavaliere ha illustrato che le regioni attendono da tempo la revisione della legge 157/1992 che disciplina l'attività venatoria e il il decreto fermo, di cui le regioni chiedono lo sblocco immediato, prevederebbe una proroga del periodo di caccia di due mesi e un intervento con i piani di controllo nelle zone sottratte all'esercizio venatorio.
I cinghiali hanno invaso il nostro paese creando danni incredibili all'agricoltura, ma anche alle persone. Per non parlare della peste suina africana che mette a rischio i nostri allevamenti. Gli agricoltori sono in difficolta' per la crisi ucraina, il rincaro dell'energia, la siccità e il tema dei cinghiali è un'ulteriore preoccupazione.
"È tanto tempo che denunciamo questa emergenza", spiega il coordinatore della Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni e assessore all'agricoltura della Regione Veneto, Federico Caner che aggiunge: "È un tema politico, ed è la prima volta che 21 assessori si trovano insieme per denunciare questa situazione insostenibile. Siamo il primo paese in Europa con un numero così alto di cinghiali. Le regioni hanno fatto tutto quello che la legge gli consentiva, ora c'è la necessità di un intervento governativo".
"Oserei dire - prosegue Caner - che una parte del Parlamento, soprattutto tra i 5 stelle non vuole fare transitare questo provvedimento e mettono in difficoltà i ministeri della stessa appartenenza politica". La speranza è che nonostante le fibrillazioni del governo di queste ore, il decreto possa essere approvato prima della pausa estiva, senza ulteriori rimandi.