AGI - Giornata fitta di riunioni per il Movimento 5 stelle alla vigilia del voto di fiducia sul dl Aiuti in Senato. Di buon mattino Conte ha convocato il Consiglio Nazionale, attualmente in corso, prima dell'Assemblea congiunta dei parlamentari penstastellati, slittata al termine, cui parteciperà lo stesso presidente del Movimento.
È in quella sede che Conte, con ogni probabilità illustrerà ai senatori e ai deputati l'esito del confronto di queste ore con chi lo affianca nella guida del M5s, alla luce anche del nuovo colloquio telefonico con il premier, Mario Draghi.
Nel pomeriggio si 'sono perse le tracce' sia di Conte che di Draghi ma nessuno, almeno ad ora, ha confermato un possibile incontro de visu dopo la loro telefonata. Ad oggi l'ipotesi sul tappeto, per i senatori, era quella di uscire dall'Aula di palazzo Madama, anche se, è stato riferito, questo non significa automaticamente andare via dal governo.
Ma non per tutti i pentastellati questa è la posizione: c'è chi è convinto, si è appreso ancora, che - in assenza di risposte concrete alle nove istanze presentate da M5s direttamente al governo, ma è una riflessione che nasce anche prima - è necessario abbandonare la nave.
Intanto un warning arriva al Movimento dalle altre forze politiche, inclusa Ipf di Luigi Di Maio, che sostengono l'Esecutivo: se M5s esce dall'Emiciclo, subito verrà chiesta un verifica di maggioranza.
Nel frattempo aleggia lo spettro del voto anticipato: Enrico Letta, da una parte, e Matteo Salvini, dall'altra, chiudono nettamente a qualsiasi ipotesi di 'Draghi bis'. Matteo Renzi, per parte sua, afferma: "Penso che così il governo non vada più avanti. Meglio un Draghi bis senza grillini o le elezioni", sintetizza il leader di Italia viva, su Twitter.
Per Forza Italia parla il coordinatore nazionale, Antonio Tajani: "è veramente incomprensibile quello che sta facendo il Movimento cinque stelle. Ecco perchè il presidente Berlusconi e Forza Italia hanno chiesto di verificare se vogliono stare al governo o vogliono uscire dal governo. Dall'opposizione, Fratelli d'Italia, chiede, da sempre, il voto quanto prima.
Il cardinale Parolin: "Serve unità"
"Credo che nello scenario attuale più un governo è stabile più riuscirà a far fronte alle tante sfide che oggi si pongono". Le parole sono del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, rispondendo ad una domanda a margine di un evento nella ambasciata italiana presso la Santa Sede.
"Quando c'è qualcuno che ha in mano le redini della situazione pur con tutte le difficoltà che ci sono, perché nessuno ha la bacchetta magica, questo facilita certamente", ha aggiunto esortando a "lavorare insieme senza dividersi".
Parolin ha anche ribadito che Papa Francesco andrà a Kiev appena possibile, ma "non sono in grado di dare precisazioni al riguardo, c'è questa volontà perchè il Papa la ha espressa in modo preciso ma sui tempi non sono in grado di fare nessuna affermazione".