AGI - Il mantra chiede acqua dal cielo, ma spera che non cada in quantità tali da creare danni. Nell'estate in cui si torna a parlare di siccità già a fine giugno, si spera, ma con moderazione. "Le piogge delle scorse ore non devono trarre in inganno: utili a ristorare il territorio, concedono solo qualche giorno di tregua alla grande siccità, che sta colpendo ampie zone del Paese; a rischio c’è anche la produzione agricola della Lombardia, regione leader per valore economico del settore primario" sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio (ANBI).
"Non solo - gli fa eco Sandro Folli, Presidente di ANBI Lombardia - senza l'irrigazione nelle campagne sarebbero compromessi gli equilibri ambientali dell'intera pianura, compresa la ricarica delle falde sotterranee. La priorità è salvare il primo raccolto e, pur mantenendo severe scelte di razionamento irriguo, è necessario continuare a disporre almeno delle attuali portate dai fiumi, nonostante siano largamente inferiori alle necessità delle colture."
"Sono ormai inevitabili - aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI - misure straordinarie come deroghe ai livelli di regolazione dei laghi, ma soprattutto la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale con l'attivazione di una cabina di regia sotto il coordinamento anche impositivo della Protezione Civile. Nell'attesa di decisioni, che paiono ineludibili, sottolineiamo l'esempio virtuoso e le raccomandazioni ai territori, lanciate dall'Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici presso l'Autorità di Bacino del Fiume Po".
Le soluzioni creative
In attesa delle scelte del Governo, continua il quotidiano impegno dei Consorzi di bonifica per contrastare la siccità, grazie anche a ingegnose soluzioni e tecniche innovative.
È il caso del Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, che sta "riciclando l'acqua" grazie al lavoro di dieci pompe provvisorie che, associate allo spegnimento di alcuni impianti, reimmettono risorsa idrica nella rete di canali, altrimenti destinata a disperdersi in mare. Il recupero straordinario di quest'acqua permette di mantenere livelli idrici nei canali, compatibili con il servizio irriguo, limitando i disagi per gli agricoltori in gran parte di un territorio da tempo in grave stress idrico.
"Questa manovra idraulica - precisa Stefano Calderoni, Presidente dell'ente consortile e Vicepresidente ANBI - è frutto di un difficile equilibrio e si tratta di una situazione limite, che difficilmente potrà essere mantenuta, se i livelli del Po riprenderanno a calare e se non vi sarà la collaborazione di tutti gli utenti."
Al contempo, nel ferrarese sono state assunte misure restrittive, in base agli scenari di rischio, come il divieto di metodi irrigui per sommersione su colture diverse dal riso. "Chiediamo a tutti responsabilità e parsimonia nell'utilizzo della risorsa idrica: ai cittadini, alle imprese, agli agricoltori - prosegue Calderoni - Purtroppo temiamo che il peggio non sia ancora passato."
La soluzione che nessuno vuole adottare
Infine, ANBI si fa interprete della richiesta del territorio alla Regione Calabria per sbloccare l'autorizzazione d'uso delle acque, a fini irrigui e idroelettrici, dalla diga di Metramo al Consorzio di bonifica Tirreno Reggino, che attende risposta dal 2015. Si tratta di 30 milioni di metri cubi trattenuti in un invaso in località Castagnara di Galatro, in provincia di Reggio Calabria.
L'ente consortile aveva chiesto di poter realizzare le condotte per irrigare 20.000 ettari e, con investimenti privati, una centrale idroelettrica. "I cambiamenti climatici, le cui conseguenze colpiscono anche la Calabria e la sua economia, non permettono ulteriori rinvii nell'utilizzo multifunzionale di questa preziosa risorsa. Servono nuove infrastrutture, ma la prima soluzione ai problemi del Paese è ottimizzare quanto disponibile, aumentando la resilienza dei territori" conclude Francesco Vincenzi.
Allarme per il Tevere
Il Consorzio Anbi nel suo dossier ha lanciato l'allarme per diverse regioni, definendo quella del Lazio una situazione "drammatica". A Roma dall'inizio dell'anno è piovuto il 63 per cento in meno e nella provincia si sono registrati 496 interventi dei Vigili del Fuoco per spegnere gli incendi.
"Il Tevere cala 5 centimetri al giorno. È logico che ci sia tanta apprensione" racconta all'AGI il Direttore Generale di ANBI Lazio, Andrea Renna, che fa il punto della situazione: "Nelle province di Latina, Rieti, Viterbo e Frosinone, l'irrigazione nei campi avviene a giornate alterne".
"Come consorzi di bonifica garantiamo l'acqua per l'irrigazione dei campi alle imprese agricole, ma quest'anno stiamo garantendo l'irrigazione da febbraio, quando generalmente iniziamo ad aprile. La siccità è uno degli effetti del cambiamento climatico, ma a causa della guerra abbiamo anche dei consumi energetici che sono più che raddoppiati per quanto concerne i nostri impianti, quindi la situazione è particolarmente complicata".
I consorzi di bonifica quest'anno compiono 100 anni dalla loro fondazione a San Donà di Piave e oltre all'irrigazione, hanno il compito di salvaguardare il sistema idrogeologico, insieme alla tutela del patrimonio ambientale e del territorio, per questo è importante "che non si abbattano delle bombe d'acqua sul territorio, che rischierebbero di creare danni a cose e persone. Purtroppo nel nostro Paese c'è una cultura dell'emergenza a scapito di quella delle previsioni".
Intanto "gli impianti sono sotto stress anche per la riparazione delle condotte. Chiediamo che venga fatta anche una scelta strategica che guardi alla creazione di invasi per la raccolta dell'acqua piovana. Oggi ne raccogliamo solo l'11 per cento e questa potrebbe essere una scelta strategica anche a livello nazionale - continua Renna - Sulla dispersione della risorsa stiamo facendo dei lavori e crediamo che sia necessaria una manutenzione importante degli impianti, partendo dai più obsoleti".
Ma guardando all'emergenza in corso per la quale la Regione Lazio ha già decretato lo stato di calamità, l'Aniene è dimezzato rispetto alla portata media, il Tevere è ai minimi storici rispetto al 2017 - altro anno in cui si è registrata un'emergenza simile - i fiumi Liri e Sacco segnano il dato più basso in anni recenti, il lago di Nemi è di oltre 1 metro più basso del 2021 e Bracciano è a -32 centimetri dal livello dello scorso anno, mentre aggiunge il direttore dell'Anbi "nel frusinate, i livelli dell'acqua sono scesi talmente tanto gli impianti non riescono a garantire l'irrigazione. Questo tipo di problematiche solitamente si registravano ad agosto e poi con l'autunno arrivavano le piogge. Ora a fine giugno è già piena emergenza. Se nelle prossime settimane non pioverà dovremmo arrivare al razionamento, una cosa che non accade da almeno 50 anni".
E il prezzo delle verdure vola
La siccità con il taglio dei raccolti spinge l'inflazione nel carrello della spesa con aumenti che vanno dal +10,8% per la frutta al +11,8% della verdura, in una situazione resa già difficile dai rincari legati alla guerra in Ucraina che colpiscono duramente le imprese e le tavole dei consumatori.
Il nuovo balzo dei prezzi aggrava una situazione che costerà nel 2022 alle famiglie italiane oltre 8,1 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell'effetto dell'inflazione scatenata dalla guerra in Ucraina, che colpisce soprattutto le categorie più deboli. Se i prezzi per le famiglie corrono l'aumento dei costi colpisce duramente l'intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove - continua la Coldiretti - più di una azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell'attività ma ben circa un terzo del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell'aumento dei costi di produzione, secondo il Crea.
In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. "Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni" afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini secondo cui "nell'immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro".