AGI – Il Comune chiude le fontanelle dei cimiteri per la siccità, i cittadini protestano e l’acqua riprende a scorrere, seppur con l’invito alla parsimonia.
Un'interpretazione letterale
Succede a Cantù, in provincia di Como, nel giro di poche ore. Nei giorni scorsi, l’amministrazione locale aveva emanato un’ordinanza sulla base delle indicazioni della Regione con la quale si vietava l’utilizzo dell’acqua potabile “per usi diversi da quello alimentare, domestico e igienico”.
“I miei uffici, e con questo non voglio certo scaricare a loro la responsabilità, hanno dato letteralmente seguito al provvedimento regionale trasferendole nell’ordinanza” spiega all’AGI la neo sindaca leghista Alice Galbiati, alle prese peraltro in questi giorni con l’abbandono di FdI della giunta che ne mette a rischio la sopravvivenza.
Il disappunto anche dei fioristi
E’ accaduto così che i cittadini, passati a salutare i loro cari al cimitero maggiore e negli altre tre che rientrano nella ‘giurisdizione’ cittadina, si siano trovati senz’acqua per i fiori sulle tombe. Come riporta il quotidiano ‘La Provincia di Como’, sono arrivate le proteste de fioristi (“Se i clienti si accorgono che non c’è acqua, sicuramente non vengono a prendere i fiori”) e dei frequentatori del camposanto ("Allora proibiamo anche le docce").
Galbiati ammette la retromarcia: “Abbiamo convenuto che la misura fosse troppo rigorosa, limitandoci all’invito a un utilizzo il più limitato possibile, Non escludo tuttavia di doverle richiudere qualora la situazione dovesse peggiorare. D’altra parte – conclude – avevamo già sperimentato la difficoltà di chiudere i nostri cimiteri durante la pandemia”.