AGI - A quindici anni dai fatti, il processo sulla presunta "banda degli ex pentiti" che ruotava intorno al locale notturno 'Kristal di Perugia, di fatto, non è ancora cominciato. E' incagliato da sette anni al via per tante ragioni, alcune imperscrutabili, che insieme restituiscono una fotografia significativa degli abissi di lentezza in cui può smarrirsi la giustizia.
Gli arresti nel 2010
Stando a quanto ricostruito dall'AGI, gli episodi contestati si collocano dal 2007 fino al maggio del 2008 così come descritti nell'ordinanza di custodia cautelare datata 2010 a carico di sette persone tra le quali Salvatore Menzo, ex collaboratore di giustizia, poi condannato in un processo parallelo per l'omicidio di Salvatore Conte, un altro ex pentito, e considerato l'anima del night dove ogni sera si esibivano una quarantina di ballerine.
Il Kristal è ritenuto dai pm la base degli indagati per progettare crimini finanziari, spacciare, ricettare armi, intimidire concorrenti nel 'mercato' della vita notturna.
I giudici cambiano 4 volte
Dieci anni fa, il 23 dicembre del 2012 arriva la richiesta di rinvio a giudizio per i presunti componenti dell'associazione a delinquere finalizzata a vari reati.
Qualcuno viene assolto in udienza preliminare, altri vengono mandati a processo davanti al Tribunale del capoluogo umbro con inizio previsto il 9 giugno del 2015.
Da quel momento e fino all'anno in corso, riferisce una fonte legale, sono state celebrate in media due udienze all'anno. In aula depongono un paio di testimoni dell'accusa ma il collegio cambia 4 volte e tutte le volte quindi, come prevede il codice, devono essere riascoltati.
Nel frattempo emerge che le intercettazioni, forse per una 'dimenticanza', non sono mai state trascritte e quindi non possono entrare nel processo, rendendo molto più arduo il lavoro dell'accusa.
Nel 2018 le difese giocano la carta della prescrizione respinta dal collegio. Secondo i legali, l'associazione a delinquere non ha l'aggravante di essere armata, il che abbrevierebbe i tempi della prescrizione.
Tesi bocciata dalla Procura che colloca al 2028 la fine dei giochi, se non si arriva a sentenza. E' possibile che prima di quella data si giunga a un verdetto definitivo ma nel frattempo gli imputati, tra cui ci sono persone che hanno delle attività professionali in difficoltà perché il loro nome sul web è collegato alla vicenda, vedono spingersi sempre più in là l'epilogo. Prossima udienza il 27 settembre.