AGI - La prima “enoteca pubblica” d’Italia, così battezzata dall’allora ministero della Cultura Popolare, compie 85 anni. Un anniversario che la Fortezza di Montalcino, primo esempio italico di un format oggi in voga, l’uso di arte e cultura per promuovere prodotti di nicchia, celebra il 23 giugno, offrendo una cena e un calice di vino ai montalcinesi e ai turisti del borgo.
La storia dell’enoteca costruita all’interno della Fortezza del borgo del Brunello comincia nel 1937, quando Giovanni Colombini, al tempo podestà di Montalcino, decise di ristrutturare il monumento abbandonato. “Al suo interno, nello sperone, c’era addirittura un camposanto”, racconta Stefano Cinelli Colombini, nipote del podestà e tra i più importanti produttori di Brunello di Montalcino.
“Mio nonno pensò anche che fosse il luogo adatto per un’esposizione dei prodotti tipici. Emanò quindi un regolamento che obbligava il Comune, ancora oggi proprietario dell’immobile, ad esporre e commercializzare formaggi, miele e vino locali”. Da qui l’etichetta di “prima enoteca pubblica d’Italia”.
Scoppiò pure una diatriba tra il podestà Cinelli e Giuseppe Bottai che prese malissimo l’iniziativa e lo accusò di aver “ridotto un monumento della gloria d’Italia a bistrot di stazione di terza categoria” come recita il telegramma conservato dal nipote. Poi i due ebbero modo di spiegarsi, tanto che Bottai andò all’inaugurazione.
Negli ultimi venti anni, da quando è gestita dall'imprenditore Fabio Tassi, l’enoteca regina del chilometro zero è una delle più rinomate d’Italia per la sua offerta di Brunello, Barolo, Supertuscan e vini francesi della Borgogna e di Bordeaux ed è diventata un luogo di culto per i collezionisti di vino di tutto il mondo. La lista degli avventori celebri è lunga: a partire da una delle coppie più chiacchierate del momento, Gerard Piqué e la moglie Shakira a Michelle Obama che ha visitato la Fortezza durante il soggiorno in val d’Orcia con il marito Barak Obama, passando per Sting, Enrico Letta e Carlo Cracco.