AGI – L’Italia ha dichiarato all’Oms nell’annuale questionario di autovalutazione datato 9 giugno 2022 di non essere ancora pronta a livello normativo a fronteggiare un’emergenza sanitaria pubblica, come una pandemia, in base a quanto richiesto dal Regolamento Sanitario Internazionale. Tanto da attribuirsi un livello 1, il minimo, su 5, il massimo. E’ quanto emerge dagli ‘State party self – assessment annual reporting” del 2021 coi dati del 2020 e del 2022 coi dati del 2021 inviati dal direttore generale del ministero della Salute, Giovanni Rezza, in risposta a un’ istanza di accesso agli atti dell’avvocata Consuelo Locati, che guida il pool di legali impegnati nella causa civile contro il governo e la Regione Lombardia sulla gestione della pandemia.
"La mappatura del quadro normativo è in discussione"
Ogni anno, l’Organizzazione mondiale della Sanità chiede agli Stati di compilare un modulo di autovalutazione sulla scorta delle 'capacità' pretese dal Regolamento Sanitario Internazionale, approvato dai Paesi che ne fanno parte, che comprende varie voci, dalla legislazione alle risorse umane ed economiche messe a disposizione, alla comunicazione del rischio.
Nel report di pochi giorni fa visionato dall’AGI alla voce ‘Strumenti politici, giuridici e normativi’, il funzionario compilatore del Ministero della Salute barra la casella che corrisponde alla minima preparazione con questa motivazione: “Il Paese non ha condotto una mappatura degli strumenti e delle politiche legislative e delle normative rilevanti per attuare il Regolamento Sanitario Internazionale”. In basso, in grassetto, sotto al modulo di autovalutazione, c’è scritto che questa “mappatura” è “in discussione”.
Il tema delle autovalutazioni inviate all’Oms rientra anche nell’inchiesta della Procura di Bergamo, che dovrebbe chiudersi nelle prossime settimane, perché l’Italia per 5 anni (2012, 2013,2014,2015 e 2017) non ha risposto al questionario dell’agenzia dell'Onu e, questa è una delle ipotesi all’esame dei magistrati, potrebbe essersi sovrastimata nella 'pagella' sull’attuazione del Regolamento.
Nel 2021 ci davamo il voto più alto
L’accesso agli atti consente anche di leggere le autovalutazioni datate 2021 quando l’Italia dichiarò invece di avere “un livello 5” dal punto della vista della legislazione. In questo documento, firmato dal direttore generale del ministero, Giovanni Rezza, viene indicato il punteggio più alto che significa essere preparati a fronteggiare pandemie e minacce per la salute pubbliche provenienti, tra le altre cose, da minacce radiologiche e chimiche.
“All’appello, come indicato nell’autovalutazione del 2022, mancano ancora le fondamenta – commenta Locati -. La capacità fondamentale numero 1 che richiede una legislazione appropriata unita alla definizione delle responsabilità e delle misure di coordinamento a livello centrale, regionale e locale. La sincera autovalutazione del 2022 certifica la reale indisponibilità di una legislazione idonea a gestire una pandemia che prima era stato assicurato che ci fosse. Una valutazione così carente potrebbe essere il preludio a un provvedimento legislativo ad hoc, che arriverebbe dieci anni dopo il termine fissato dall'Oms, cioé il 2010. Inoltre - aggiunge - conferma quello che da tempo stiamo rilevando rispetto alle menzogne certificate in precedenza in cui anche sulla capacità normativa ci eravamo dati il massimo dei voti”.