I 100 giorni della guerra (e la parata del 2 giugno) visti dai social
AGI -
Il 76esimo anniversario della Festa della Repubblica si è celebrato ai Fori Imperiali, dopo due anni di pandemia, ma le conversazioni in rete associate al 2 giugno riguardano anche i 100 giorni di guerra tra Russia e Ucraina, che vede coinvolta la comunità internazionale, e l’Italia, con l’invio di armi all’esercito ucraino. Di pace ha parlato il Presidente della Repubblica: "La Repubblica è impegnata a costruire condizioni di pace e le sue Forze Armate, sulla base dei mandati affidati da Governo e Parlamento, concorrono a questo compito". È il passaggio chiave del messaggio di Sergio Mattarella, in occasione della Festa della Repubblica.
Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6* abbiamo analizzato le conversazioni sul web inerenti la Festa della Repubblica, analizzando le parole chiave, le frasi e gli argomenti più discussi, stringendo il focus sulle associazioni con il conflitto in Ucraina.
Le audience associano i temi del lavoro e della pandemia alle conversazioni inerenti la Festa della Repubblica, sottolineando le circostanze favorevoli nelle quali si è svolta la celebrazione ai Fori Imperiali, senza restrizioni dovute al coronavirus.
Ma soprattutto si parla di guerra, aprendo nuovamente un fronte di discussione che in questi mesi di conflitto non si è risolto in un compromesso, tra favorevoli e contrari all’invio di armi all’esercito ucraino.
La Festa della Repubblica è l’occasione per chi è contrario all’invio delle armi, per ribadire la necessità di avviare colloqui di pace, negoziati, e il ripudio alla guerra con riferimento alla prima parte dell’articolo 11 della Costituzione italiana. In particolare, la parata militare con la quale si celebra la nascita della Repubblica italiana, secondo una parte rilevante dell’audience monitorata, è discutibile e inopportuna, dopo 100 giorni di guerra. Un dissenso online, che trova conferma e forza anche nelle piazze, a Pisa, Padova, Bologna, con alcune manifestazioni organizzate da varie associazioni, spiccatamente contraddistinte dal richiamo alla pace e dal rifiuto di parate militari.
La priorità - hanno spiegato gli organizzatori rilanciando contenuti sui social - è favorire un percorso di pace che riguardi, nell’immediato, il cessate il fuoco, la definizione di una tregua delle operazioni militari, con la diretta collaborazione delle organizzazioni umanitarie internazionali.
Anche in rete la Festa della Repubblica coincide con un passaggio delicato della nostra convivenza civile, un momento non semplice di vita nazionale con la guerra in Ucraina che tende a dividere l'opinione pubblica, e di conseguenza le forze politiche. Guerra, inflazione, i fondi europei del PNRR da non perdere, a pochi mesi dalle elezioni: una complessità che ha spinto il Presidente della Repubblica ad auspicare il riaffermarsi della coesione nazionale, proprio in concomitanza della Festa del 2 giugno.
Per quanto riguarda il sentiment analisi sul Mario Draghi e Sergio Mattarella - l'attività concentrata ad analizzare e ascoltare la rete, per capire quello che gli utenti dicono, e quali emozioni associano ai contenuti pubblicati su un determinato evento e personaggio - è nettamente favorevole per il Presidente della Repubblica, figura istituzionale percepita come inclusiva e rassicurante.
Per quanto riguarda, invece, le conversazioni sul 2 giugno e sulla guerra, pubblicate sul web dai partiti politici, vi sono delle distinzioni significative: sulla Festa della nascita della Repubblica le Forze di centro-destra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) sono le più attive sui social, con il 65% dei contenuti pubblicati da vari esponenti, intervenuti per sottolineare l’importanza delle celebrazioni. Mentre sul conflitto in Ucraina, nel medesimo arco di tempo, la distribuzione dei contenuti è molto più omogenea tra tutte le forze politiche, con il Partito Democratico a prevalere per quantità di interventi (24%) sulla Lega (19%) e Forza Italia (14%).
* Analisti: Gaetano Masi, Pietro La Torre. Giornalista, content editor: Massimo Fellini