AGI - Ci si aspettava da un giorno all'altro l'annuncio. Papa Francesco, al termine del Regina Caeli, lo fa ma ancora una volta sorprende: il Concistoro per la creazione di nuovi 21 cardinali è stato convocato per fine agosto, sabato 27 e, subito dopo, lunedì 29 e martedì 30, tutti i cardinali saranno riuniti con il Pontefice per riflettere sulla nuova Costituzione apostolica Praedicate evngelium, in vigore dal 5 giugno, festa di Pentecoste.
Fine agosto non è data tradizionale per i Concistori, solitamente tenuti in febbraio, in giugno o in novembre.
Chi saranno i nuovi cardinali
Tra coloro che riceveranno la berretta rossa, sedici sono elettori di un futuro Conclave, cinque gli ultraottantenni, tre i capi dicastero della Curia, 5 gli italiani.
La lista dei nuovi cardinali conferma ancora una volta la volontà di Francesco di prediligere le periferie del mondo senza tener conto di quelle sedi che un tempo venivano considerate tradizionalmente “cardinalizie”.
I tre capi dicastero sono monsignor Arthur Roche, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, monsignor Lazzaro You Heung-sik, Prefetto della Congregazione per il Clero e monsignor Fernando Vergez Alzaga, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
I nomi più significativi
Per Francesco è l'ottavo Concistoro del suo Pontificato. Tra i nuovi porporati l'arcivescovo di Marsiglia, monsignor Jean-Marc Aveline e monsignor Oscar Cantoni, vescovo di Como, unico cardinale alla guida di una diocesi tra il Nord Ovest e Nord Est italiano.
Significativa la nomina di monsignor Giorgio Marengo, prefetto apostolico in Mongolia, che con i suoi 48 anni diventerà il più giovane del collegio. Dall'Asia vengono anche monsignor Virgilio do Carmo da Silva, arcivescovo di Dili nel Timor Orientale; monsignor William Seng Chye Goh, arcivescovo di Singapore; monsignor Anthony Poola, arcivescovo di Hyderabad e monsignor Filipe Neri Antonio Sebastiao do Rosario Ferrao, arcivescovo di Goa e Damao dall'India.
Due i vescovi dall'Africa: monsignor Peter Ebere Okpaleke, vescovo di Ekwulobia in Nigeria e monsignor Richard Kuuia Baawobr, vescovo di Wa in Ghana.
Quattro provengono dalle Americhe: uno dagli Stati Uniti, monsignor Robert Walter McElroy, vescovo di San Diego, tre dall'America Latina (monsignor Adalberto Martinez Flores, arcivescovo Metropolita di Asuncion in Paraguay; monsignor Paulo Cezar Costa, arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Brasilia e monsignor Leonardo Ulrich Steiner, arcivescovo Metropolita di Manaus in Brasile).
I cinque prelati sulla soglia limite
Anche questa volta, Francesco ha associato al collegio cinque prelati, due dei quali non vescovi (tra cui il reverendo Fortunato Frezza, canonico di San Pietro), che hanno già superato o stanno per superare la soglia di età che esclude dall’elettorato attivo in caso di conclave. In questa mini-lista, la maggioranza è italiana (tre su cinque), con un riconoscimento, tra gli altri, al padre gesuita Gianfranco Ghirlanda, già rettore della Gregoriana, apprezzato canonista e collaboratore della Santa Sede.
Gli altri nomi della mini-lista: monsignor Jorge Enrique Jimenez Carvajal, arcivescovo emerito di Cartagena in Colombia; monsignor Lucas Van Looy, arcivescovo emerito di Gent in Belgio e monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari.
Il collegio dei porporati elettori si allarga dunque di numero rispetto al tetto di 120 fissato da Paolo VI. Attualmente il collegio è composto da 208 porporati, di cui 117 elettori e 91 non elettori. Il 27 agosto salirà a 229 cardinali dei quali 131 sono elettori.