AGI - Obbligo di mascherina no, obbligo di mascherina sì e se sì, dove? Sono questi gli interrogativi di 60 milioni di italiani che aspettano nelle prossime ore la decisione del governo su quali contesti lasciare con l'obbligo e su quali invece affidare ai cittadini la scelta, puntando sulla responsabilità individuale. C'è divisione nel Paese su quale sia la scelta più opportuna e anche tra i virologi le opinioni non sono allineate.
"La scelta sull'obbligo di mascherina oggi non ha nulla di scientifico, ma è una decisione squisitamente politica", spiega all'AGI l'infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova.
Questo non perché improvvisamente le protezioni non servano - solo ieri in Italia abbiamo contato 146 morti e sfiorato i 30 mila nuovi casi -, ma perché la gente le sta utilizzando male. "Quando sarà eliminato l'obbligo dovremo parlare noi medici per renderle utili - dice Bassetti -. Dovremmo dire agli italiani chi la deve usare e dove: gli anziani e i fragili nei supermercati farebbero bene a tenerla, ad esempio. Un accompagnamento alle persone per evitare lo svilimento del dispositivo che oggi, utilizzato come stiamo facendo, ha davvero poco significato".
A parere di Bassetti comunque le mascherine, seppur utili, non hanno inciso poi così tanto nell'evoluzione della pandemia.
"Oggi realisticamente avremo 100 mila contagi al giorno e li avevamo anche con le mascherine all'aperto, un provvedimento di natura cosmetica che ha svilito l'utilità del dispositivo di protezione: se dal primo maggio resteranno obbligatorie nei cinema, allo stadio e a teatro, saremo l'unico Paese europeo. Tra l'altro: non siamo riusciti a introdurre l'obbligo di vaccinazione a settembre 2021, nonostante questo vanno applauditi gli italiani che sono stati tra i migliori in Europa, e oggi battiamo sulle mascherine?", si chiede Bassetti. Intanto andrà in soffitta molto probabilmente anche il Green pass. "Avremmo dovuto toglierlo dal 31 marzo, a fine emergenza", aggiunge l'infettivologo che spiega: "Potremmo utilizzare lo slogan: 'poca scienza, troppa politica'".
Più prudente il virologo Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e docente presso l'Università Statale di Milano, che parlando con l'AGI non nasconde il timore per una possibile ripresa dell'epidemia. "Dobbiamo andare verso la ripresa delle libertà, ma ci vuole molta prudenza", dice.
"Ci sono alcuni ambienti dove la mascherina non andrebbe tolta, perché sono a maggior rischio", ricorda Pregliasco. E di quali ambienti si tratta? "Quelli al chiuso, sicuramente andrà tenuta in cinema e teatri. Manteniamo della prudenza", ammonisce. La scuola poi è un discorso ancora più difficile da affrontare. "Fino a fine anno le terrei senza dubbio", spiega il virologo che ha dubbi anche su una totale rimozione del Green pass.
"Per alcune categorie lo terrei, ad esempio gli operatori sanitari. Bisogna garantire il servizio, inteso come riduzione della quota di malattie degli operatori sanitari e a tutela dei pazienti sia con il Covid sia con altri malanni che rischiano di non trovare il medico perché a casa in malattia", aggiunge. Sulla stessa linea l'infettivologo Massimo Galli.
"Chiudendo il discorso delle mascherine nei locali pubblici si rischia di limitare la vita degli anziani e di coloro, e sono milioni di persone più fragili anche giovani, che non rispondono alla vaccinazione", dice Galli.
"Bisogna essere onesti: il vaccino non copre dall'infezione ed è evidente e, pur essendo efficace contro la malattia grave, non lo è per tutti.
Quindi per molte persone togliere la mascherina sarà un decreto di fine vita sociale. Ora, finché si parla di teatro e cinema non è essenziale, ma fastidioso - aggiunge -. Se inizia a essere un problema salire su un mezzo pubblico o andare a fare la spesa, perché senza mascherine il rischio personale di prendere il Covid aumenta, non sono d'accordo".
Ma se in Europa lo fanno tutti l'Italia come fa a restare indietro? C'è anche la stagione turistica alle porte. Per Galli però è soprattutto un problema di elezioni politiche.
"Se il resto d'Europa toglie le mascherine non è un buon motivo per farlo anche da noi - ammonisce - penso che si cerchi di vincere le elezioni un pò in tutta Europa e per questo si strizza l'occhio anche a posizioni inaccettabili e questo è fastidioso. Non bisogna allinearsi".
Posizione più soft quella del microbiologo Massimo Clementi, professore di microbiologia e virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano e direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dello stesso ospedale, che spiega all'AGI: "Sono per utilizzare la mascherina come gli occhiali da sole: quando serve".
E dove è meglio utilizzarla? "In luoghi chiusi come il teatro e sui mezzi di trasporto pubblico, ma anche dove c'è grande affollamento può essere un bene continuare ad utilizzarla, soprattutto nei periodi influenzali, perché esiste anche l'influenza stagionale e non solo il Covid, almeno io farò così e lo consiglierò ad amici e parenti".
Terrebbe le mascherine in alcuni contesti per proteggere i più fragili Andrea Crisanti, microbiologo dell'Università di Padova, che spiega: "Con un virus che ha questo indice di trasmissione le mascherine servono solo a proteggere i più deboli e chi ha a che fare con loro: nelle scuole e nei luoghi pubblici andrebbero dunque tenute, perché lo Stato deve tutelare i fragili, è una misura a carattere morale".
Ma sicuramente i dispositivi di protezione individuale, con un virus che ha un Rt pari a quello del morbillo, non servono per bloccare i contagi.
"Servono a proteggere il singolo individuo - spiega -. A cinema e a teatro ci si sta un paio d'ore, quindi un sacrificio può essere fatto per i più fragili. Ma bisogna cambiare il paradigma: si fa a tutela degli altri. Al supermercato, ad esempio, per proteggere le cassiere: qualcuna di loro potrebbe avere problemi di salute. Al ristorante o nei locali, invece, non ha senso: tanto viene tolta per mangiare, quindi finiamola con la pagliacciata di entrare mascherati per poi toglierla seduti".
E il Green pass? "Ha svolto la sua funzione 'convincendo' le persone a vaccinarsi, può essere messo da parte", conclude Crisanti.