AGI - Il monumento alla memoria di Walter Rossi è stato riposizionato questa mattina nella piazza omonima, a Monte Mario a Roma. Tredici mesi dopo il crollo, la stele che ricorda lo studente ventenne di Lotta Continua ucciso con un colpo di pistola alla testa il 30 settembre 1977 in un agguato di matrice fascista, è nuovamente al suo posto nella piazza al termine di un lungo lavoro di restauro.
Commozione tra i presenti tra cui i tanti amici che negli anni hanno tenuto viva la memoria di Rossi. L'artista Giuseppe Rogolino, autore dell'opera, ha riportato il cippo nella piazza dedicata a Rossi, dopo il distacco strutturale dal basamento avvenuto a fine marzo del 2021, che aveva fatto finire il monumento a terra.
L'opera, completamente ristrutturata, ritrova così la sua definizione originale, riaffermando l'idea iniziale dello scultore Rogolino e del significato dato da parte dell'artista alla tragedia che costò la vita allo studente, ucciso mentre distribuiva volantini di denuncia dopo il ferimento avvenuto la sera precedente di Elena Pacinelli.
Per domenica prossima, 24 aprile è in programma una giornata, organizzata dall'Associazione Walter Rossi, di iniziative per celebrare il ritorno del monumento in piazza. Alle 10 di mattina è prevista l'inaugurazione del monumento, sono attesi rappresentanti del Campidoglio, della Sovrintendenza di Roma Capitale, lo scultore Rogolino, l'Anpi Provinciale.
Nel pomeriggio, invece, spazio prima ad un dibattito, dal titolo 'Disarmare il presente per un futuro senza guerra' con interventi dell'Anpi e Associazione Stefano Cucchi, poi proiezioni sulla storia del monumento, musica e intrattenimento.
"A 45 anni di distanza, l'omicidio di Rossi non ha ancora trovato giustizia al livello processuale", sottolinea l'Associazione Walter Rossi che ricorda come siano rimasti senza nome anche gli autori del ferimento di Elena Pacinelli, allora 19enne, colpita il 29 settembre del 1977, in un altro raid fascista nella stessa piazza dove oggi è tornata la stele: la ragazza "non si riprese mai dalle ferite e morì poco tempo dopo".
"Walter ed Elena non hanno avuto la dignità da parte dello Stato - proseguono gli attivisti - di avere un processo che ne indicasse responsabili e mandanti della loro morte. Tutti questi anni non sono bastati per avere giustizia nonostante le ripetute e incessanti richieste da parte dei compagni di Walter, ma in ognuno di questi anni sempre si è mantenuta forte e continua la denuncia della verità e la necessità della memoria".
Il monumento, collocato nel 1980 nell'area verde di quella che prima era chiamata Piazza Igea, era il luogo di ritrovo del circolo omonimo di cui facevano parte Walter ed Elena, come testimonianza perpetua dell'antifascismo militante e ricordo del sacrificio di chi pagò il suo impegno con la vita.
Il monolite di peperino, così era in origine, rappresenta un grande meteorite dal quale escono numerose mani (di bronzo), simbolo delle energie giovanili che sopravvivono ad ogni brutalità. "Abbiamo concluso un lavoro faticosissimo - ha raccontato l'artista Rogolino - portato a termine tra mille difficoltà. Abbiamo ricostruito la pietra, ripristinato le mani in bronzo e sistemata la struttura d'acciaio. L'opera è venuta bene anche perché è proprio quella che avevo progettato nel 1977 ma non era mai stata realizzata per carenza di fondi. Non è stato per niente facile rifarla daccapo, non ci avrei scommesso. E invece, posso dire di essere molto soddisfatto. È un monumento capace di resistere al tempo e molto più bello della versione che è stata vittima del cedimento strutturale". In questi mesi rappresentanti dell'Associazione Walter Rossi hanno sempre seguito da vicino lo stato di avanzamento dei lavori.