AGI - Ha avuto luogo a Istanbul un trilaterale tra i ministri della Difesa di Turchia, Italia e Inghilterra.
È toccato al ministro turco Hulusi Akar fare gli onori di casa e accogliere il collega italiano Lorenzo Guerini e il britannico Ben Wallace.
Un trilaterale che da seguito all'incontro avvenuto lo scorso giugno ad Augusta; allora al centro del dialogo vi fu la sicurezza marittima e la stabilità nel Mediterraneo Orientale, oggetto di una contesa mai sopita tra Ankara e Atene reduci da un anno di tensioni e polemiche, stavolta era inevitabile si parlasse della crisi in Ucraina, rispetto a cui la Turchia ha messo in campo un enorme sforzo diplomatico per spingere nella direzione del dialogo.
Sforzo che l'Italia "apprezza e sostiene", secondo quanto dichiarato dallo stesso Guerini a margine del faccia a faccia, perché "a tutti gli sforzi diplomatici in campo deve essere assicurato sostegno e incoraggiamento".
Il ministro definisce "importante" il lavoro che la Turchia sta realizzando, un tentativo "che noi apprezziamo e sosteniamo e ci auguriamo che possa portare a risultati concreti e positivi".
Tuttavia l'approccio dell'Italia rimane pragmatico e deve tener conto delle "notizie drammatiche che giungono dall'Ucraina", senza perdere un approccio "realistico su quanto sta avvenendo".
Se negoziato sarà bene, ma Guerini specifica senza risparmiare gli aggettivi che quest'ultimo deve essere "vero, trasparente, sincero e costruttivo".
A preoccupare il numero uno di Palazzo Baracchini "il quadro di efferatezza" e le conseguenze che ricadono sulla popolazione civile, le cui sofferenze ormai "non possono essere negate".
Motivo in più per ribadire l'impegno dei tre Paesi a far cessare le ostilita e la necessità di continuare sulla strada delle sanzioni a Mosca, "da rafforzare", strada che però la Turchia non ha intrapreso e non ha intenzione di intraprendere.
Il ministro in particolare ha mostrato estrema cautela dinanzi alle dichiarazioni del Cremlino che lasciavano intravedere lo spiraglio di un ritiro delle truppe di Mosca.
Le dichiarazioni di Mosca infatti "spesso" non hanno trovato seguito in azioni concrete, precedenti che spingono a valutare con "cautela" le dichiarazioni delle ultime ore.
Secondo Guerini l'assedio di Kiev può dirsi finito, tuttavia preoccupa la situazione del Donbass, ma alla luce degli sviluppi "Putin non ha ottenuto una vittoria strategica che immaginava".
Il ministro ha aperto a un ruolo di garante, se sarà chiamata a fare la sua parte l'Italia è "disponibile a garantire la sicurezza dell'Ucraina", quindi a rispondere a un'eventuale chiamata da parte di Kiev.
Oltre al trilaterale di oggi con la Gran Bretagna, la Difesa italiana ha in piedi un programma congiunto sempre con la Turchia, ma con la Francia, per lo sviluppo del sistema di difesa missilistico Samp-T.
Un progetto finito negli ultimi anni in secondo piano di cui i tre Paesi sono tornati a parlare lo scorso 24 marzo, in occasione del vertice Nato di Bruxelles, quando il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato sia con il premier italiano Mario Draghi che con il presidente francese Emmanuel Macron".
Da parte italiana c'è piena disponibilita' a lavorare in questa direzione e lo ho detto al mio collega Hulusi Akar. Ci sono tutte le condizioni per fare passi in avanti sostanziali", ha detto Guerini ribadendo la piena disponibilità dell'Italia.