AGI - Una condanna a 27 anni di carcere e due a 25 anni per le tre persone accusate dell'omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer 24enne ucciso nella notte tra il 23 e il 24 ottobre del 2019 fuori da un pub in zona Appio, a Roma.
Per Del Grosso i giudici della prima Corte d'Assise di Roma hanno dato la pena più alta: è lui ad aver esploso il colpo di pistola fatale per Luca la notte di 2 anni e 5 mesi fa. La procura aveva chiesto per lui la pena dell'ergastolo.
In questo processo di primo grado, i giudici hanno invece condannato i 'concorrenti' nel delitto a 25 anni: si tratta di Paolo Pirino e Marcello De Propris. Per i due giovani la pm Giulia Guccione aveva chiesto 30 anni.
Pena di 3 anni e 30 mila euro di multa invece per Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca, accanto al giovane negli attimi dell'omicidio. Per la ragazza, accusata per la violazione della legge sugli stupefacenti, la procura aveva sollecitato una pena di quattro anni e 6 mesi.
"Il comportamento che ha tenuto Anastasiya Kylemnyk è grave e supera quello che potrebbero essere gli argomenti a favore per le attenuanti generiche", aveva spiegato nel corso della requisitoria dell'11 febbraio scorso la Guccione. "Noi abbiamo subito per due anni un processo mediatico, nel silenzio. I processi si fanno nelle aule di giustizia non nei salotti televisivi. Abbiamo assistito a un vero e proprio ciarpame condito anche di razzismo nei confronti della mia assistita", aveva risposto 5 giorni dopo l'avvocato Giuseppe Cincioni, difensore di Anastasiya.
Assolto Armando De Propris, papà di Marcello, accusato della sola detenzione della pistola. La procura aveva chiesto per lui l'assoluzione per "non aver commesso il fatto".
"Noi ci aspettavamo l'ergastolo, quando ti muore un figlio vuoi il massimo della pena, comunque anche 27 anni sono tanti (pena a Del Grosso ndr). Mi ritengo soddisfatto", ha commentato Alfonso Sacchi, padre di Luca, che ha aggiunto, in riferimento ad Anastasiya, la giovane che aveva 'rubato' il cuore del figlio: "Con lei ci incrociamo, ma parlare no. Non mi aspetto più niente da lei. Per me conta che mio figlio sia uscito pulito e che chi ha sparato ha preso una pena severa".
Posizione analoga quella di Tina, mamma del personal trainer. "L'ergastolo l'hanno dato a noi. Luca è morto per aiutare Anastasiya e questo lei se lo deve ricordare a vita", ha detto la donna ai giornalisti presenti a piazzale Clodio. Alla famiglia è stata assegnata una provvisonale di oltre un milione di euro.
"L'esito ovviamente non ci può soddisfare ma con altrettanta chiarezza dico che le sentenze, come ho sostenuto fin dall'inizio, vanno lette prima di essere commentate. Prendiamo atto della decisione della Corte d'Assise, ci impegniamo nella lettura del provvedimento e faremo valere le nostre considerazioni nella sede naturale prevista dal processo penale", sono le parole dell'avvocato Giuseppe Cincioni difensore di Anastasiya.