AGI - Nelle tre maggiori città italiane l'inquinamento atmosferico è in lieve miglioramento, ma Milano è penalizzata dalla scarsa presenza di aree verdi, Roma ha il tasso di motorizzazione più elevato e Napoli il parco circolante più obsoleto. Lo rende noto il rapporto dell'Istat 'I cambiamenti climatici: misure statistiche - anno 2020'.
Per l'insieme dei capoluoghi i superamenti dei limiti di legge e dei valori di riferimento stabiliti dall'Oms, rilevati dalle centraline di monitoraggio, sono leggermente diminuiti tra il 2013 e il 2020, salvo alcuni peggioramenti nel 2015 e nel 2017, raggiungendo il valore più basso nel 2019, mantenuto anche nel primo anno di pandemia. A Milano la frequenza dei superamenti è stata circa il doppio della media dei capoluoghi, anche se negli ultimi anni la dinamica dell'inquinamento segue quella dell'insieme dei capoluoghi. Prevalgono i superamenti da particolato (PM10 e PM2,5) mentre diminuiscono quelli da biossido d'azoto (NO2).
Dal 2015 una quota stabile e significativa di centraline registra il mancato rispetto dell'obiettivo per l'ozono (non superare 120 mg/m3 per più di 25 giorni l'anno), in chiara connessione con il trend delle variabili meteoclimatiche. Anche a Roma e Napoli prevalgono i superamenti da particolato, anche se negli ultimi due anni le frequenze si sono allineate alla media dei capoluoghi.
Napoli presentava frequenze più elevate prima del 2019, benchè nettamente inferiori a quelle di Milano, mentre nel biennio 2019-2020 non ha registrato per l'ozono superamenti della soglia di 120 mg/m3 per più di 25 giorni/anno.