AGI - I salti e la corsa dei delfini; lo spruzzo di una balena, la cui enorme stazza emerge dall'acqua; la festa di una scuola per l'arrivo di due bambini ucraini, in un'isola dove quotidianamente approdano persone in fuga da guerre, torture e crisi economiche: a Lampedusa è in scena da 48 ore una 'tregua', sancita dall'alleanza spontanea tra uomo e natura, nella barbarie che segna in queste ore l'Europa.
A cogliere i due momenti di una natura vitale e prepotente sono stati gli operatori dell'Area Marina Protetta Isole Pelagie a poche centinaia di metri dalla costa.
Queste immagini, ha detto Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa, "ci ricordano l'importanza e la necessità di continuare a difendere il nostro patrimonio naturale e ambientale. I delfini sono presenti nel nostro mare tutto l'anno, il passaggio delle balene invece è un evento che si ripete annualmente di fronte Lampedusa tra febbraio e aprile".
Balene e delfini sembrano aver voluto salutare l'arrivo di due bambini ucraini, accolti da una vera e propria festa dai nuovi compagni di scuola.
Si tratta di due fratelli, uno di dieci e una di sei anni, che insieme con la madre hanno prima attraversato il confine con la Polonia per poi giungere nell'isola più a Sud d'Europa, dove a ospitarli c'è la zia, sposata con un italiano.
Il padre dei bambini, invece, è rimasto in Ucraina. Per loro è stato il primo giorno di scuola all'istituto Luigi Pirandello: "Questa esperienza - ha detto Martello - rimarrà nel cuore e nella memoria della nostra comunità, i ragazzi di Lampedusa sono 'ambasciatori di pace', la nostra isola da oggi è la loro nuova casa".