AGI – “Se continua così sarà messa a rischio la navigazione pubblica sul lago di Como”. Luigi Lusardi, il presidente dell’Autorità di Bacino del Lario, paventa all’AGI anche questa tra le conseguenze che potrebbe avere la siccità dello specchio d’acqua caro a Manzoni.
"Non ci resta che pregare per la pioggia"
Il lago di Como è tra i ‘grandi malati’ a causa della penuria di piogge e degli effetti della crisi climatica. “Siamo ai minimi storici, la situazione è molto seria – spiega -. Già adesso non sono più agibili tutti e 1500 i posti disponibili per le imbarcazioni private e anche i taxi lacustri hanno dei problemi ma se la situazione non migliorerà sarà complicato attraccare anche per la navigazione pubblica. A chi mi chiama per protestare perché non c’è più posto per la sua barca, dico che ho una carica importante ma non sono il Padreterno. E, in questo momento, non ci restare che pregare perché piova”.
Inoltre, “mancando la pressione dell’acqua, le onde dei battelli rosicchiano i muri provocandone il crollo e richiedono un continuo monitoraggio”.
E se dovesse piovere, avverte Lusardi, dovrebbe avvenire dolcemente perché “troppa pioggia non verrebbe assorbita dal terreno e sarebbero disastri”.
Un lago così secco “è un problema anche per la stagione turistica che doveva essere quella della ripresa dopo la pandemia, guerra permettendo”.
"Gravi problemi per l'irrigazione dei campi"
Anche dalla prospettiva dell’Arpa, l’ente regionale per l’ambiente, sono dolori. “Il lago sta come se fossimo già in primavera molto avanzata o in estate – avverte l’idrologa Chiara Rondanini - . Non piove dall’inizio dell’anno e non si creano riserve d’acqua nei fiumi anche perché in montagna è mancata la neve che di solito garantisce la riserva idrica. E’ facile prevedere problemi per l’agricoltura in Valpadana quando in primavera si aprirà la stagione irrigua e non ci sarà acqua a sufficienza per le necessità dei campi”.