AGI - Continua a diminuire la pressione sugli ospedali in Italia. Infatti, il tasso di occupazione sia nelle terapie intensive e sia nei reparti ordinari è in calo. E' quanto emerge dai dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia ministero-Iss.
"Il tasso di occupazione in terapia intensiva - spiega l'Iss - è al 13,4% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 10 febbraio) vs il 14,8% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 3 febbraio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è al 26,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 10 febbraio) vs il 29,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 3 febbraio)".
Sono quattro le Regioni/Province autonome "classificate a rischio alto, secondo il dm del 30 aprile 2020, a causa dell'impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati".
"Una Regione/Provincia autonoma è classificata a rischio moderato" e le restanti 16 Regioni/Province autonome sono classificate a rischio basso". Tra queste, "due Regioni/Province autonome sono ad alta probabilità di progressione a rischio moderato". Infine 11 Regioni/Province autonome "riportano almeno una singola allerta di resilienza" e "una Regione/Provincia autonoma riporta molteplici allerte di resilienza".
Ancora in netto calo l'incidenza settimanale in Italia, scesa da 1.362 a 962 casi per centomila abitanti, con tutte le Regioni che risultano in discesa tranne la Sardegna. Quella più alta viene registrata nella Provincia autonoma di Bolzano (1.517,9) seguita da Marche (1.289,1), Veneto (1.182), Friuli Venezia Giulia (1.174,3) e Abruzzo (1.121,5). La Sardegna e' l'unica a salire essendo passata da 491,3 a 1.111,9. L'incidenza piu' bassa in Calabria, 588,4 casi per centomila.
In base al quadro non dovrebbero esserci cambiamenti di colore tranne la Sicilia, che ha dati da giallo ormai da tre settimane (nell'ultima rilevazione 13,7% di terapie intensive e 35,5% di occupazione in area medica) e che quindi dovrebbe lasciare l'arancione.
Diminuisce il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione: 410.941 a fronte dei 553.860 della settimana precedente. "La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è in leggero aumento (18% vs 17% la scorsa settimana). È in diminuzione invece - spiega l'Iss - la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (33% vs 38%), mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (48% vs 45%)".